Credi di essere il massaggiatore n°1? Ti stai illudendo e danneggiando . . .

Tempo di lettura: 5 minuti

La convinzione di essere il miglior massaggiatore che ci sia in giro è un illusione!! Danneggia professionalmente e umanamente. Se ti credi tale, dai un’occhiata al post per scendere dal piedistallo . . .

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I massaggiatori veterani avranno incontrato, come me, numerosi colleghi/e che palesavano continuamente la loro bravura quando, in realtà, lasciavano molto a desiderare.

Un incessante voler affermare le proprie abilità che, anche se ci sono, rischiano di interrompere un percorso di crescita professionale oltre ad attirarsi addosso la commiserazione dei colleghi.

Io non sono il miglior massaggiatore che ci sia e indovina un po’? Non lo sei neanche tu.

Si potrebbe anche comprendere la voglia di essere il primo nel proprio lavoro, ma primo rispetto a chi?

La convinzione di essere i migliori  immette in un percorso di perfezionismo infinito ed estremamente snervante oltre che inutile, poiché ci sarà sempre qualcuno che è più bravo di noi.

Di certo, non c’è niente di male nel volere essere  il migliore nel proprio campo, ma è pur vero che non devi dimostrare nulla a nessuno se non a te stesso. Non diventi bravo ripetendo in continuazione che lo sei, anzi tale affermazione è sinonimo di insicurezza.

Tra l’altro, nel nostro settore la bravura non è fondata solo sull’aspetto manuale in quanto sono molteplici gli elementi che concorrono nella riuscita di un ottimo massaggio.

Ad esempio, un cliente può essere impressionato e ricordarsi più una musica rilassante che il massaggio vero e proprio. Un altro può aver avuto un’esperienza negativa perché sentiva freddo. Un altro ancora può essere disturbato dal continuo parlare o ricorderà un profumo particolare e così via.

E’ in gioco anche la pulizia, la divisa, come ci presentiamo, come ascoltiamo, ecc., ecc., ecc. (la lista è infinita).

Vogliamo parlare, ad esempio, del feeling che si deve instaurare fra noi massaggiatori e i clienti?

Ad agosto di quest’anno ero con i colleghi in sala d’attesa ad aspettare i nostri clienti. Di sei persone che entrarono, il mio sguardo si incrociò con quello di un ragazzo a cui, avvertii subito, che gli stavo su gli attributi e, guarda caso, aveva proprio l’appuntamento con me.

Lo accompagnai in cabina e ci fu la prima ed inutile polemica da parte sua, perché gli avevo chiesto se volesse indossare lo slip monouso. Durante il massaggio mi chiese se stavo massaggiano a mani nude o con l’olio, evidentemente si era strappato qualche pelo e in continuazione si muoveva in modo stizzito e sbuffava. Con pazienza continuai, ma quando gli chiesi di girarsi si alzo ed, isterico, mi disse che non voleva continuare il massaggio perché non gli piaceva.

Anche se volentieri lo avrei mandato a quel paese, non potevo. Gli dissi se voleva darmi la possibilità di recuperare in posizione prona, ma non ci fu pezza.

E ancora, mi è capitato e capita di effettuare  dei massaggi che credo siano fantastici e che il cliente, dopo, non potrà fare a meno di complimentarsi e, invece, non arriva neanche un grazie. Viceversa ho fatto dei massaggi che non mi sembravano granché e sono arrivati dei super apprezzamenti (da capire se poi sono veri o di buona maniera).

Solitamente, dove lavoro attualmente, effettuo circa 25 massaggi a settimana, facciamo anche 20, sono 80 massaggi al mese,  sottraendo le 3 settimane di riposo l’anno, sono 900 massaggi all’anno. 10 di questi massaggi sono clienti ormai fidelizzati (altri si fidelizzeranno), tutti gli altri sono nuovi e non posso certo aspettarmi di piacere a tutti ed a tutti in ugual misura.

Io, cerco di dare sempre il massimo. C’è chi l’apprezza (fortunatamente la maggioranza), chi meno e chi per niente.

L’esperienza del massaggio è soggettiva

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La realtà è influenzata dalla visione soggettiva che abbiamo di ciò che ci accade.

Nel nostro caso, vuol dire che un cliente valuterà il nostro massaggio dal suo peculiare modo  di vedere e di sentire e, come accennato sopra, sono tanti i fattori che concorrono a plasmare questa soggettiva realtà.

Se ci fosse un derby per premiare il massaggiatore dell’anno, quali sarebbero i criteri per eleggere tale vincitore?

Non possono esserci perché l’esperienza del massaggio è soggettiva.

Che tu abbia un mese o 20 anni di esperienza, non vuol dire che sei il miglior massaggiatore che ci sia in giro.

I clienti non scelgono secondo “il migliore”, ma in base al conseguimento dei loro bisogni.

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Più volte mi è capitato, nelle strutture dove ho lavorato, che le ragazze della reception assegnavano a me , che avevo la nomea di essere un bravo massaggiatore, il primo massaggio di un cliente (secondo loro c’era più possibilità di fidelizzarlo), ma ovviamente non a tutti sono piaciuto.

Evidentemente non sono riuscito a soddisfare l’esigenza del cliente; che sia rilassarsi, che sciogliere delle tensioni o fargli passare un dolore o altro.

Può capitare che massaggi un cliente che solitamente è massaggiato dal tuo collega, di cui tu credi di essere più bravo, ma agli appuntamenti successivi il cliente sceglie comunque il tuo collega.

Se ci rifletti è come il nostro rapporto con il medico di base o il dentista o il tuo ginecologo. Se ti trovi bene, se soddisfa le tue esigenze perché dovresti sforzarti di trovarne un altro che sia un po’ più bravo?

Il nostro cliente non è alla ricerca del miglior massaggiatore del mondo, ma di un operatore che sia in grado di ascoltarlo e soddisfare le sue necessità.

Se sei troppo convinto della tua bravura rischi di non ascoltare ciò che quel corpo ha da dirti.

Impara ad essere umile

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Essere umile non vuol dire essere inferiori, né avere un comportamento debole e/o remissivo. Non vuol dire neanche stare in silenzio a subire le angherie altrui.

Essere umili corrisponde ad aprire il proprio cuore, la propria umanità sia verso il mondo che all’incontro con gli altri.

L’arroganza crea una visione pessimistica facendoti crescere l’invidia per quello che non hai e non sei. Ti sentirai minacciato dal mondo e non scorgerai quanto di bello e buono c’è.

Tra le migliori qualità dei massaggiatori c’è l’intuizione, l’empatia, l’amore, la voglia di aiutare veramente i propri clienti; queste qualità emergono solo se sai essere umile.

L’umiltà porta all’ascolto, ciò che chiedono i nostri clienti anche quando non parlano.

Rilassati

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Ora che sai che non sei e non sarai mai il migliore massaggiatore  che ci sia in giro, puoi finalmente rilassarti. Ti sentirai molto meglio e si scioglieranno le tensioni psicofisiche.

Se sai che puoi essere un bravo massaggiatore senza aver l’opprimente bisogno  di essere il primo, lavorerai con meno  ansia, ti sentirai più sereno e non avrai sensi di colpa se a qualche cliente non piacerai.

Avrai anche la possibilità di scoprire la tua umanità e professionalmente i tuoi limiti e da lì crescere e migliorarti grazie ad uno scambio che puoi avere con colleghi e l’incontro con i clienti.

L’unica cosa che devi fare è essere migliore di quello che puoi essere.

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