Il massaggiatore nel campo del benessere

Tempo di lettura: 8 minuti

Il massaggiatore è una figura poco presente nel settore benessere, ma perché? Qual è il rapporto tra massaggiatore e cliente? Il massaggiatore si presenta bene? E’ efficacemente proposto dal centro?

Se sei un operatore del benessere (uomo) o hai del personale maschile, ma anche se sei una massaggiatrice curiosa leggi il post …

massaggiatore

La figura dell’uomo è, in rapporto con quella della donna, meno presente nel campo del benessere.

Principalmente, perché è meno richiesto dalla clientela sia femminile che maschile a meno che non venga inserito in un ruolo terapeutico.

Esempio:

Se un uomo o una donna ha bisogno di fare della fisioterapia, non avrà problemi se il fisioterapista è un uomo, tanto meno se avrà bisogno di un’osteopata per un trattamento neuro-muscolo-scheletrico.

In questo caso l’operatore viene visto come un mezzo da cui ottenere un beneficio al problema che si ha.

E’ come quando si va dal dottore. Il sesso non è importante, basta che sia bravo.

Di certo se una persona va da un dottore o un fisioterapista e perché evidentemente ha un problema e quindi, in un certo senso, è obbligato a questa scelta.

Per quanto invece riguarda il massaggio non si è obbligati, il massaggio, al di là dei suoi benefici, è comunque una coccola che il cliente si dona e non un obbligo.

Anche in un istituto di bellezza o Spa la bravura è importante, ma in queste strutture  spesso il sesso è, per il cliente, promotore di scelte legate a vari istinti.

Di sicuro la clientela non deve essere forzata alla figura del massaggiatore. Un tale comportamento verrebbe vissuto come una violenza psico-fisica che comporterebbe l’assoluta perdita del cliente, ma una riflessione su tale argomento ci permetterà di ottenere delle soluzioni utili sia per un centro, sia per noi massaggiatori.

Sensazioni della donna e dell’uomo verso il massaggiatore.

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E da premettere che il massaggio, al di la della sua funzionalità, innesca uno scambio di informazioni che viaggiano su diversi canali comunicando chi siamo, cosa pensiamo, come ci poniamo verso la vita e altro ancora.

In una seduta di massaggio, il contatto con la nudità crea un clima fortemente intimo ed è inevitabile che questa relazione porti a ripercussioni psicologiche rilevanti.

Generalizzando c’è da sottolineare che le donne, al contrario degli uomini, sono più dolci nel manifestare il proprio affetto e la premura verso i loro cari. Per tanto anche la cura del corpo appare più vicina al loro modo di comunicare.

Tutto ciò va poi accostato alle differenze, l’emotività, i disagi, i problemi e alla storia personale di ognuno di noi.

Ma perché la donna potrebbe essere intimorita dal massaggiatore?

  • Timidezza.
    Dovuta dall’intimità del massaggio stesso.
  • Vergogna.
    Grasso, cellulite, smagliature e altro possono determinare un forte imbarazzo.
  • Esperienza negativa.
    Una proposta, anche velata, di maggiore intimità ha potuto creare una reazione di totale rifiuto verso altri massaggiatori.

E perché l’uomo potrebbe preferire la massaggiatrice?

  • Bravura.
  • Delicatezza.
    Proprio perché la donna è più dolce la si può preferire per un massaggio fatto di coccole.
  • Sesso.
    La componente “fantasia sessuale” è spesso alla base di questa scelta.

E perché l’uomo potrebbe essere intimorito dal massaggiatore?

  • Visione stereotipica dei ruoli nella società.
    L’uomo deve essere massaggiato dalla donna e la donna dalla donna.
  • Tabù.
    Un uomo che massaggia un altro uomo è una scena così intima che può ricondurre all’omosessualità.

A queste visioni, più volte, si aggiunge:

  • Da parte della reception, un errata (se non alcuna) presentazione del massaggiatore.
  • Un aspetto poco professionale da parte del massaggiatore stesso.

Alcune esperienze personali

Inizialmente, quando massaggiavo una donna mi sentivo fortemente imbarazzato sia perché, parzialmente, ero vittima di alcune visioni sopra elencate e sia perché alcuni passaggi creavano realmente imbarazzo.

I) Esperienza:

Quando dovevo scoprire il busto, per massaggiare l’addome, essendo la cliente coperta da un unico asciugamano, mi chiedevo: “Avrà tenuto il reggiseno?”, “Le darà fastidio se è a seno scoperto?”, “Devo chiederlo?”, “ Ma chiedendolo non creo più imbarazzo?” e cosi, spinto dall’incertezza, scoprivo il seno dando vita a varie reazioni.
Quali:

  • Totale indifferenza.
  • Espressione di fortissimo disagio.
  • Una donna (ancora lo ricordo) si porto subito le mani al seno tenendo ferma l’asciugamano e dicendomi, con l’espressione del viso: “Ma sei impazzito?”.

Per ovviare il problema, mi è bastato far trovare alla cliente due asciugamani. Uno medio per coprire il seno e l’altro grande per coprire il corpo.

II) Esperienza:

Il problema dell’imbarazzo si presentava anche quando dovevo far girare la cliente. In questo caso ho imparato ad alzare l’asciugamano a mo’ di separé.

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III) Esperienza:

La reception mi comunico  che in una delle cabine c’era un cliente pronto per il massaggio da circa 10 minuti. Una collega lo aveva accompagnato in cabina facendolo preparare in quanto ero a gli sgoccioli con un altro massaggio.

Quando entrai in cabina, il cliente mi disse che si aspettava una massaggiatrice. Scusandomi per il centro, gli riferì che tutte le operatrici erano impegnate, ma, se voleva, ero libero io. Il cliente acconsentì (semplicemente per una forma di buona maniera), ma sentivo che era evidentemente allarmato dalla mia presenza e cioè si vedeva anche dalla posizione che aveva assunto col corpo (braccia chiuse a X sull’addome e gambe incrociate).

Alla domanda: “Che tipologia di massaggio preferisce?”, la risposta secca e quasi stizzita fu: “Avevo chiesto un rilassante, ma a questo punto faccia lei”.

Disse a me stesso: “Fabio per quanto ti potrai impegnare, costui non ti apprezzerà mai, semplicemente perché non sei donna, ma fa comunque del tuo meglio”.

Giacche un rilassante non mi sembrava il caso, ripiegai su un massaggio energetico-decontratturante. Pensai: “Non si rilasserà, ma almeno andranno via eventuali tensioni”.

Da allora sono passati 9 anni di cui 2 volte a settimana, questo cliente, viene da me per il massaggio.

IV) Esperienza:

Quando lavoravo, da freelance, alle Terme di Agnano (gestita da dirigenti che erano totalmente estranei al settore benessere) vi era spesso alla reception, per mancanza di personale, una addetta delle pulizie.

Sentivo che costei (che tra l’altro aveva una morale distorta è antica) quando parlava con i clienti per un appuntamento, diceva: “Vuole un maschietto o una femminuccia?” oppure “ A quell’ora è libero solo un maschietto”.

Ovviamente queste enunciazioni, infantili e a tratti anche ambigue, mi penalizzavano perché la maggioranza dei clienti sceglievano la “femminuccia”.

Cosi un giorno gli chiesi il favore di presentarmi in modo diverso.

Ossia:

In primo luogo, di sostituire le parole “femminuccia” e “maschietto” con “operatrice” e “operatore”.

E in secondo, nel caso fossi libero solo io, di spendere due parole (che scrissi su un foglietto di carta) per propormi.
Tipo: al momento è disponibile l’operatore Fabio. Lo consiglio per la sua preparazione e bravura, ma anche perché la sua professionalità non la farà sentire a disagio, tra l’altro le zone intime saranno costantemente coperte da un asciugamano.

E cosi, nel giro di un paio di mesi diventai uno tra i massaggiatori con competenze estetiche (trattamenti viso/corpo) più richiesti (guadagnavo circa € 3 mila al mese) del centro.

V) Esperienza:

Intuivo, quando i clienti mi osservavano, che la mia figura emanava professionalità. Questo era studiato perché non lasciavo nulla al caso:

  • Barba sempre fatta.
  • Capelli curati.
  • Divisa sempre pulita e stirata (avevo sempre con me almeno due maglie di ricambio).
  • Targhetta col nome.
  • Cinta abbinata alle scarpe.
  • Borsa porta olio ai fianchi.
  • Sorriso a 360 gradi.
  • Memorizzazione (per eventuali spiegazioni) delle proprietà di tutti i servizi (massaggi e trattamenti viso / corpo) del centro.

Per contro, i miei colleghi maschi, erano sempre:

  • Poco curati.
  • Maglia spesso sudata e sgualcita.
  • Barba incolta.
  • Capelli arruffati.
  • Ecc.

Ma qual è la soluzione per queste difficoltà?

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Oggettivamente, anche se  (fortunatamente) ci sono tantissime persone, sia uomini che donne, che fanno attenzione alla professionalità e non al sesso dell’operatore, una soluzione vera e propria non esiste.

Nel senso che: se l’uomo preferisce la massaggiatrice cosi come la donna, non bisogna (come menzionato sopra) imporre per forza il massaggiatore, ma, sicuramente, una serie di accorgimenti possono predisporre il cliente a provarlo.

Ma quali sono questi accorgimenti?

Da parte della struttura.

La prima accortezza deve provenire dal pilastro principale di un centro: la reception.
Essa deve:

  • Promuovere al meglio il proprio massaggiatore (come il resto dello staff) e programmare, se si ritiene necessario, anche un breve colloquio di conoscenza tra operatore e cliente.
  • La struttura deve fornire al massaggiatore tutto l’occorrente, compreso la formazione, affinché possa svolgere nel migliore dei modi  il proprio lavoro.
    Fare attenzione alla divisa che si fornisce. Più volte sono stato obbligato dalla struttura a dover togliere la prima maglia o camicia, direttamente in cabina.
  • Pretendere, dal massaggiatore, impegno e professionalità al 100 %.

Da parte del massaggiatore.

  • Il massaggiatore deve spogliarsi della sua sessualità e vestirsi di importanza e responsabilità avendo la mansione di risolvere una problematica.
  • Indubbiamente, con l’esperienza il massaggiatore affina e perfeziona le proprie capacità acquisendo sempre più sicurezza in se stesso. Questa sicurezza deve essere trasmessa alla clientela non solo con la manualità, ma anche nel modo di interagire con essa.

Esempio:

  • Dialogare con la cliente per capire le sue esigenze: Qual è il suo problema? Quali sono le sue aspettative? Quali saranno i giovamenti? Il trattamento scelto è quello giusto? Ecc.
  • Preparare la cabina in anticipo facendo trovare alla cliente:
    – Un asciugamano medio per coprire il busto.
    – Un asciugamano grande per coprire il corpo.
    – Uno slip di carta che può essere, opzionalmente, indossato dalla cliente.
  • Massaggiare la donna facendo attenzione a tenere coperte le parti del corpo che al momento non abbisognano: prima una gamba, poi l’altra, poi l’addome e via discorrendo.
    Se ti rendi conto che la cliente non ha l’asciugamano che gli copre il seno o ti sei dimenticato di darlo, puoi agire come nel video seguente.
  • Fare attenzione anche alle terminologie. Non dire:
    “La lascio spogliare”, ma “Cambiare” o “Preparare”.
    “Con questo asciugamano può coprire il seno”, ma “Il busto” o “decolté”.
    “Con questo asciugamano può coprire la parte intima”, ma “il bacino”.
    “Con questo asciugamano può coprire i glutei”, ma “il fondo schiena”.
    In definitiva cerca di evitare tutte quelle parole che potrebbero suscitare imbarazzo.
  • Cura meticolosamente il tuo aspetto fisico: pulizia, divisa pulita, maglia di ricambio, ecc.
  • Memorizza, in modo sintetico, tutte le proprietà dei trattamenti che svolgi per eventuali informazioni. (Trovi la spiegazione sintetiche dei massaggi e trattamenti viso/corpo qui)

Concludendo, la figura del massaggiatore sta assumendo un’importanza sempre più rilevante nel settore del benessere, soprattutto nelle SPA e nei centri termali, ma, devo dire, poco in istituti di bellezza (centri estetici).  Questo è dovuto, come abbiamo appreso dal post, da una visione che deve essere ancora sorpassata.

Eppure il massaggiatore potrebbe divenire il punto di forza di un centro in quanto, fisicamente parlando, le sue mani sono più grandi, hanno relativamente più pressione e sono pienamente coinvolgenti.

Anche la novità, soprattutto se il massaggiatore effettua anche trattamenti viso/corpo, e da tenere presente per attirare clienti.

A noi massaggiatori, sia che si lavori in proprio che per altri, sta il compito di farci apprezzare facendo attenzione a come ci muoviamo, a ciò che diciamo e facendo appello alla professionalità.

li massaggiatore

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