4 strategie per il massaggio dei tessuti profondi

Tempo di lettura: 7 minuti

I vantaggi del massaggio dei tessuti profondi produce numerosi benefici. Nel post 4 consigli per tale massaggio.

massaggio dei tessuti

I benefici del massaggio dei tessuti profondi sono:

A seguire 4 strategie per il massaggio dei tessuti profondi.

Prima strategia: regime inibitorio del massaggio

Dal regime inibitorio del massaggio si ottengono due principali benefici:

  • reprime l’attività del sistema simpatico (lotta e fuga) per favorire il sistema parasimpatico (riposo e digestione) del sistema nervoso autonomo;
  • sopprime l’attività del sistema di analisi del dolore, se questo sistema è stato attivato da disturbi somatici o viscerali.

Nell’essere umano sano, il sistema simpatico va ad attivare gli organi del corpo e mobilitare le risorse per intervenire nelle situazioni di emergenza. Il sistema parasimpatico ha il ruolo di ristabilire l’equilibrio una volta che il meccanismo ha reagito alla situazione di emergenza, quindi in seguito all’attivazione del sistema simpatico.

Uno squilibrio di questi sistemi è il primo fattore scatenante di disturbi somatici e viscerali cronici. La vita odierna è piena di stress emotivi e fisici che attivano, ogni giorno, l’aumento del sistema simpatico e la sua inibizione diventa un atto necessario per ripristinare la propria salute.

Come massaggiatori possiamo inibire il sistema simpatico eseguendo in successione, con la stessa velocità e pressione, una o due manovre di massaggio ad esempio, combinando sfioramenti e impastamenti, per 70/80 volte al minuto per almeno 2 minuti.

A seguire, la spiegazione scientifica fondata sul regime inibitorio del massaggio.

Ogni meccanocettore (il meccanocettore risponde alle modifiche meccaniche) o propriocettore (recettore che ha la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista) ha il proprio “livello di adattamento” assegnato al proprio recettore dal sistema nervoso centrale.

Il livello di adattamento riflette il punto in cui la stimolazione intensiva dei recettori periferici causa la loro incapacità di generare un flusso afferente (informazioni “in entrata”) al sistema nervoso centrale.

Con l’applicazione prolungata di una o una combinazione di due manovre, il flusso massiccio e continuo di stimoli sensoriali raggiunge il sistema nervoso centrale con conseguente inibizione dei centri motori inferiori localizzati nel midollo spinale e dei centri motori superiori localizzati nel midollo spinale. L’inibizione dei centri motori superiori e inferiori innesca l’inibizione del sistema nervoso simpatico.

Continuare il massaggio in regime inibitorio, spinge i recettori periferici a raggiungere il livello di adattamento. L’adattamento è l’incapacità dei recettori periferici di generare una nuova ondata di potenziali sensoriali destinati al sistema nervoso centrale nonostante gli stimoli sotto forma di colpi di massaggio continuino ad essere applicati all’area massaggiata.

Come risultato dell’adattamento dei recettori periferici, i neuroni spinali delle corna posteriori cessano di stimolare i centri motori delle corna anteriori e la loro inibizione provoca il rilassamento muscolare e la diminuzione dell’attività del sistema di analisi del dolore.

Il vantaggio finale del lavoro con manovre a regime inibitorio è il rilassamento dei tessuti molli, consente di lavorare negli strati più profondi dei tessuti molli.

Seconda strategia: mobilizzare i tessuti superficiali per esporre gli strati più profondi

 

Se la tensione si è accumulata nello strato profondo dei tessuti molli, sarebbe ragionevole concentrarsi in quella profondità cercando di coinvolgere il meno possibile gli strati superiori dei tessuti molli.

A tal fine, bisogna procedere prima con il regime inibitorio, sopra elencato, dopodiché vi sono due possibilità:

  1. se, anatomicamente possibile, spostare gli strati superficiali per esporre quelli sottostanti;
  2. se, anatomicamente impossibile spostare gli strati superficiali, intervenire mobilizzando i tessuti superficiali utilizzando l’approccio della compressione.

Pertanto, la seconda strategia consiste nello spostare i tessuti molli situati superficialmente, in particolare i muscoli scheletrici superficiali, per esporre la fascia e i muscoli profondi.

Per illustrare questo concetto, utilizziamo come esempio il massaggio del muscolo grande romboideo senza impegnare la porzione inferiore del muscolo trapezio, che copre il grande romboideo con il suo bordo libero.

Il muscolo grande romboideo origina dai processi spinosi delle vertebre toraciche T2-T5 e delle costole superiori, scende lateralmente e infine si inserisce nella parte inferiore del bordo mediale della scapola. Le fibre del muscolo grande romboideo si incrociano sotto le fibre della porzione inferiore del muscolo trapezio ed entrambi i muscoli “abbracciano” e stabilizzano la scapola lungo il suo bordo mediale.

Nell’immagine sotto:

  • la linea formata dai punti è quella dei processi spinosi delle vertebre toraciche;
  • la linea continua è il bordo mediale della scapola destra;
  • la linea tratteggiata è il bordo libero del muscolo trapezio che copre il muscolo grande romboideo.

L’immagine sotto mostra il pollice destro del terapista leggermente premuto nei tessuti molli davanti al bordo libero del muscolo trapezio (freccia rossa) e poi spinto medialmente in direzione della colonna vertebrale (freccia nera).

massaggio dei tessuti

L’immagine sotto mostra il muscolo trapezio che viene spinto medialmente ed è visibile, nell’immagine, come un rigonfiamento (freccia nera) davanti al pollice destro, mentre il pollice sinistro lavora direttamente sul muscolo grande romboideo senza impegnare la parte inferiore del muscolo trapezio, che viene spinto medialmente.

Allo stesso modo, la porzione superiore del muscolo trapezio può essere spostata di lato per lavorare direttamente sul muscolo elevatore della scapola e sovraspinato, il gastrocnemio può essere allontanato per lavorare sul muscolo soleo e così via.

Terza strategia: spostamento e compressione del tessuto superficiale

 

Lo spostamento e compressione del tessuto superficiale è utilizzabile quando è anatomicamente impossibile allontanare lo strato superficiale dei tessuti molli. In tal caso, il massaggiatore deve lavorare sullo strato più profondo attraverso i tessuti situati superficialmente.

Un esempio di questa circostanza è il muscolo piriforme. Il muscolo piriforme ha origine sulla superficie anteriore del sacro, esce dal bacino e si inserisce nel grande trocantere. È completamente ricoperto dal muscolo grande gluteo, rendendo anatomicamente impossibile allontanarne le fibre e lavorare direttamente sul piriforme.

Per agire sul muscolo piriforme, bisogna prima rilassare i muscoli del grande gluteo utilizzando il regime inibitorio del massaggio, successivamente applicare una pressione sufficiente per comprimere le fibre del muscolo del grande gluteo e spostarle verso l’alto e in avanti mentre si applichiamo tecniche di massaggio il più vicino possibile al muscolo piriforme.

Le immagini sotto mostrano questo metodo. Il massaggiatore lavora sul muscolo piriforme attraverso le fibre del grande gluteo utilizzando la frizione (immagine n. 1) e la compressione (immagine n. 2) mentre la maggior parte delle sue fibre vengono spostate verso l’alto (frecce rosse) esponendo il muscolo piriforme il più possibile.

massaggio dei tessuti

Quarta strategia: stretching dei muscoli durante l’applicazione del massaggio dei tessuti profondi

In diverse circostanze vi è il bisogno di allungare il tessuto per applicare una manovra che vada in profondità. Un altro esempio di questa circostanza sono i muscoli masticatori.

Le immagini sotto mostrano questo metodo. Il massaggiatore apre passivamente la bocca del cliente (immagine n. 1 / frecce rosse) e, mentre la tiene aperta, applica una manovra dei tessuti profondi (immagine n. 2 / frecce rosse).

La combinazione dello stretching passivo e del massaggio dei tessuti profondi può essere applicato anche quando ad esempio, vi è una contrattura.

Quanto pressione applicare nel massaggio dei tessuti profondi?

massaggio dei tessuti

Si potrebbe pensare, quando si parla del massaggio dei tessuti profondi, che bisogna esercitare una forte pressione, ma questo è un pensiero distorto.

Non esiste nessuna ricerca scientifica che dimostri “nessun dolore nessun beneficio”.

Si ricorda la legge di Arndt-Schultz (farmacologo tedesco che studiò medicina e svolse lavoro scientifico presso istituti di fisiologia) sull’ormesi (capacità di un organismo di rispondere a un determinato stimolo in maniera diversa in base alla sua intensità), che asserisce:

  • Uno stimolo di intensità debole accelera modestamente l’attività fisiologica.
  • Uno stimolo di intensità media incrementa l’attività fisiologica.
  • Uno stimolo di intensità quasi forte blocca in parte l’attività fisiologica.
  • Uno stimolo di intensità fortissimo sopprime completamente l’attività fisiologica.

Ovviamente, durante il massaggio dei tessuti profondi, il massaggiatore applicherà una pressione maggiore rispetto ad esempio, a delle manovre rilassanti. Tuttavia, la pressione applicata deve seguire quattro regole fondamentali:

  • la pressione sarà incisiva, ma rimanere sempre appena al di sotto della soglia del dolore del cliente. Giacché la sensazione del dolore (riferito alla pressione esercitata dal massaggiatore) è soggettiva; infatti essa cambia da persona a persona e da zona a zona nello stesso individuo, è necessario relazionare costantemente la quantità di pressione applicata alle sensazioni del cliente;
  • per continuare ad aumentare la pressione, durante il lavoro sui tessuti profondi e rimanere al di sotto della soglia del dolore del cliente, il massaggiatore deve aumentare la pressione con un approccio “stop-and-go”. Dopo ogni nuova aggiunta di pressione nell’area trattata, bisogna dare al cliente il tempo di adattarsi al nuovo livello di pressione prima di applicare qualsiasi pressione aggiuntiva;
  • applicare una pressione al livello delle prime sensazioni di dolore avvertite dal cliente. Non appena viene raggiunto questo punto, allentare leggermente la pressione applicata e lavorare a questo livello finché il cliente non sarà pronto per il successivo aumento dell’applicazione della pressione;
  • aumentare la pressione, anche se a chiederlo è il cliente, dopo aver intuito che il suo corpo ha già generato una tensione muscolare protettiva, bisogna ridurre la pressione e ricominciare l’aumento graduale dell’applicazione della pressione per evitare la tensione muscolare protettiva. L’applicazione insensata di una forte pressione attiva il sistema di analisi del dolore, genera tensione muscolare protettiva con conseguente blocco del flusso sanguigno arterioso e diminuisce il drenaggio venoso e linfatico, il che annullerà i benefici del massaggio dei tessuti profondi. Se la pressione profonda viene applicata in modo errato e il massaggiatore continua a eseguire il massaggio con forza, traumatizzerà ulteriormente i muscoli e la fascia, provocandone l’infiammazione con conseguente scarificazione e formazione di miogelosi (area ipersensibile in un fascio muscolare contratto) nelle aree in cui si trovano i punti trigger attivi.

Leggi qui il concetto della pressione durante un massaggio.

Con un contatto graduale all’applicazione della pressione profonda, in combinazione con il controllo continuo del sistema di analisi del dolore, i massaggiatori saranno in grado di evitare lesioni ai tessuti molli rilassandoli e ottenendo l’accesso ai livelli più profondi degli stessi.

Rimani aggiornato sui nuovi post seguendo Massaggi e Consigli su Facebook e/o Instagram.

Condividi

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.