Come massaggiatore, comprendere le dinamiche associate a dolore e massaggio, ti consentiranno di essere più efficace nel ridurre e/o gestire il dolore del cliente.
Sappiamo che il dolore fisico è classificato in due tipologie:
- Dolore acuto. È un sintomo dovuto a malattie e/o traumi ed ha una durata limitata nel tempo.
- Dolore cronico. È un dolore che perdura da almeno tre mesi, oppure oltre il tempo che necessita per una normale guarigione, ed è una malattia in sé perché implica cambiamenti a carico delle vie di trasmissione del dolore, la modificazione del comportamento della persona e della sua qualità di vita in generale.
Tuttavia la percezione del dolore non è uguale per tutti perché non è un’esperienza puramente fisica, essa coinvolge anche la dimensione psicologica della persona.
La stessa soglia del dolore, diversa per ogni individuo, è riscontrata come notevolmente bassa nelle persone depresse o ansiose.
L’idea e le aspettative che ogni persona ha sul dolore e sulla possibilità di provarlo, influenzano l’effettiva percezione della sofferenza fisica.
La sofferenza fisica è una percezione estremamente soggettiva.
L’International Association for the Study of Pain, definisce il dolore come “una spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno tissutale attuale o potenziale”; ciò precisa il fatto che a determinarlo non sono solo le modificazioni dovute al danno tissutale, ma anche l’interpretazione personale della nocività di quel danno.
Le ultime ricerche, date dalla scienza del dolore, hanno scoperto ulteriori procedimenti di elaborazione da parte del copro e del cervello sui segnali del dolore.
La ricerca non si ferma, ma in attesa di nuove scoperte possiamo sfruttare quelle attuali per apprendere di più sul dolore ed essere più efficaci e validi come massaggiatori.
Di seguito 5 componenti associati a dolore e massaggio.
1) Componente psicologica
La componente psicologica del dolore si differenzia in quattro aspetti:
- Aspetto cognitivo del dolore. Concerne le aspettative circa la dolorosità dell’evento, le interpretazioni psicologiche del danno, l’elaborazione dell’esperienza emotiva vissuta, il rapporto con altre esperienze dolorose.
- Aspetto affettivo del dolore. Interessa il tipo di emozioni provate che sono spiacevoli e generalmente legate a stati di ansia, paura, di incertezza, dolore psicologico. La storia affettiva della persona (relazioni sentimentali, familiari e amicali), le sue precedenti esperienze col dolore fisico e psicologico.
- Aspetto comportamentale del dolore. Delinea le modalità che assume la persona nell’esprimere il dolore e/o nell’agire influenzati dalle aspettative verso di esso (mimica facciale, tono della voce, ritardi nell’arrivare all’evento, fuga, ecc.).
- Aspetto di personalità del dolore. Indica le qualità delle risorse psicologiche del soggetto, la sua propensione all’estroversione o all’introversione, la modalità di approcciarsi agli eventi, la presenza di dinamiche psicologiche conflittuali, ecc.
La negatività o la positività degli aspetti psicologici influenzano la percezione del dolore, in particolare:
In negativo:
- Vissuti affettivi: ansia, terrore, sofferenza psicologica, paura, rabbia, stati depressivi, dolore, agitazione, tensione emotiva.
- Aspetti comportamentali: tendenza alla fuga dai problemi, influenza nel comportamento di precedenti esperienze negative.
- Aspetti cognitivi: rimuginazioni mentali, pensieri catastrofici, aspettative negative, rigidità del pensiero, pessimismo, mancanza di motivazione.
- Aspetti di personalità: conflittualità, personalità ansiosa, forte emotività, bassa autostima.
In positivo:
- Vissuti affettivi: serenità, senso di fiducia, contentezza, empatia, sostegno dei propri cari.
- Aspetti comportamentali: rilassamento, intraprendenza, influenza nel comportamento di precedenti esperienze positive.
- Aspetti cognitivi: distrazioni, elasticità del pensiero, aspettative positive, deviazione del pensiero negativo, motivazione.
- Aspetti di personalità: buona autostima, capacità di chiedere aiuto, buon rapporto con la propria corporeità, buona capacità reattiva.
In merito a dolore e massaggio, come massaggiatore puoi provare a gestire la componente psicologica del dolore del cliente con i seguenti accorgimenti:
A livello cognitivo:
- Distrazione: spingere lo spostamento dell’attenzione del pensiero dall’evento doloroso.
- Spiegazioni: spiegare con parole chiare e sintetiche che tipo di manualità intendi eseguire. Specificare che le manovre utilizzate non recheranno ulteriore dolore e comunque possono essere modificate o evitate se recheranno dolore.
- Accoglienza: modalità empatiche e disponibilità all’ascolto diminuiscono i livelli di emotività spiacevole come nel caso di ansia o di paura. Sentirsi ascoltato e compreso comporta nella persona la sensazione che l’altro è attento ai suoi disagi e che quindi l’aiuterà.
A livello comportamentale:
- Respirazione: far effettuare al soggetto delle tecniche di respirazione profonda o ritmata per alleviare i livelli di stress e spostare l’attenzione.
- Pressione: applicare una pressione leggera per poi intensificarla dietro un feedback del cliente.
- Attenzione alla persona: fare attenzione alla postura e/o ai movimenti del cliente durante l’evento che percepisce come possibilmente doloroso ad esempio, portare un braccio indietro.
2) Componente sociale
La qualità della vita sociale e lavorativa del cliente (frustrazioni, malcontenti, fallimenti, ecc.) influiscono sulla sua motivazione e sulle risorse psicologiche messe a disposizione.
Inoltre:
- Il 18% dei pazienti affetti da dolore dichiarano un senso di abbandono e di perdita del proprio ruolo all’interno del nucleo familiare.
- Al 22% dei pazienti è stata diagnosticata depressione.
- il 50% riferisce scoraggiamento e disagio.
Da massaggiatori dobbiamo accettare che il dolore non ha sempre una causa fisica rilevabile.
Se il cliente afferma di avere dolore, anche se non c’è un’eventuale anomalia dal punto di vista medico, dovremmo comunque accettare che stia provando dolore e prestare attenzione a ciò che dice e alla zona dolorante.
Le sole variabili psicologiche e sociali possono causare o prevenire un dolore lancinante. Ci sono casi ben documentati di questo avvenimento.
A seguire alcune ricerche:
3) Non esiste un “centro del dolore” nel cervello
Non esiste un centro del dolore. Il cervello elabora il dolore in una matrice che comprende molte parti del cervello.
Interessanti e nuove ricerche sull’imaging cerebrale ci stanno insegnando quale potente strumento sia realmente il cervello. I ricercatori possono ora osservare in tempo reale come il cervello si adatta quando impara a partecipare alla riduzione dei sintomi del dolore.
Quando vi è un dolore:
- le aree sensoriali del cervello ci dicono cosa sentiamo,
- le parti emotive ci dicono come ci sentiamo;
- le componenti cognitive determinano cosa pensiamo.
I tre punti sopra elencati e connessi a “dolore e massaggio” ci suggeriscono che, come massaggiatori, possiamo indagare sul dolore del cliente chiedendo:
- Cosa senti (inteso alla zona dolorante)? Formicolio? Indolenzimento? Il dolore è circoscritto o diffuso? Proporre parole descrittive aiuteranno il cliente a spiegare ciò che sente.
- Come ti senti (inteso alla zona dolorante)? Bloccato? Parzialmente o totalmente? Limitato? C’è un movimento in particolare che accentua il dolore? Proporre parole descrittive aiuteranno il cliente a spiegare come si sente.
- Cosa pensi al riguardo? Questa domanda potrebbe svelare l’origine del dolore. Infatti il cliente potrebbe riferire ad esempio, che quel dolore è emerso dopo aver alzato un peso eccessivo o una caduta o un’operazione o altro ancora.
4) Il dolore è una risposta protettiva al pericolo percepito
Il dolore può essere ridotto aumentando la percezione di sicurezza del cervello.
In relazione a dolore e massaggio, vi sono diversi accorgimenti che possiamo adottare per far si che il cervello del nostro cliente si senta al sicuro:
- Tenersi aggiornati sulla scienza del dolore.
- Connettersi con il corpo del cliente.
- Tenere presente le precauzioni e le controindicazioni al massaggio.
- Pianificare un ciclo di massaggi.
- Tenere presente le precauzioni all’assunzioni di eventuali farmaci che il cliente assume.
- Collaborare con altre figure professionali.
- Utilizzare una comunicazione positiva.
- Fare attenzione alla pressione esercitata.
- Utilizzare una scheda cliente.
- Effettuare un massaggio consapevole.
- Accettare che il massaggio non dà esiti positivi.
- Creare un’atmosfera di sicurezza e fiducia.
- Non agire da psicoterapeuta.
- Mettere il cliente ad agio.
- Attenersi al codice etico dell’operatore del benessere.
La popolazione italiana presenta una prevalenza di dolore cronico del 21,7%, che corrisponde a circa 13 milioni (12.686.335) di abitanti.
Come massaggiatori siamo in un’ottima posizione per aiutare le persone a ridurre il dolore e godere di una migliore qualità della vita, anche quando il dolore è presente.
Studiare la scienza del dolore è come studiare l’anatomia e la fisiologia: ci aiuta a capire come adattare il nostro lavoro per essere più efficace.