Iniziare il massaggio lontano da dove il cliente avverte dolore può portare a un sollievo efficace. Nel post esempi e suggerimenti . . .
Se sei un massaggiatore con esperienza, probabilmente hai già intuito il cuore di questa riflessione.
Sai bene che il corpo umano è un sistema straordinario, fatto di connessioni profonde e meccanismi di compensazione. Quindi, quando affronti un dolore localizzato, sai anche che la soluzione non è sempre lì, nel punto esatto in cui si manifesta.
Se il massaggio diretto alla zona dolorante non porta sollievo, non significa che tu stai sbagliando approccio, ma piuttosto che il corpo sta suggerendo di guardare altrove. A volte, la chiave per alleviare la tensione si trova in un’area apparentemente lontana, un punto che magari sta lavorando dietro le quinte per bilanciare il disagio.
Quando una tecnica non sembra funzionare come previsto, non è il momento di arrendersi, ma di sperimentare, esplorare e comprendere le connessioni più profonde del corpo. Lavorando in modo olistico e globale, possiamo davvero offrire ai nostri clienti un benessere autentico e duraturo.
Perché iniziare massaggiare lontano dal dolore?
Quando si tratta di dolore, spesso ci concentriamo sul punto in cui il cliente avverte fastidio, ma il vero problema potrebbe risiedere altrove. Pertanto, è fondamentale iniziare il massaggio lontano dalla zona dolorante e analizzare la situazione nel suo complesso.
1) Muscoli in sovraccarico: quando proviamo dolore, alcuni muscoli si contraggono eccessivamente, accorciandosi. Questo costringe i muscoli opposti a stirarsi eccessivamente, diventando quelli che avvertiamo come “doloranti”.
2) Problemi localizzati o globali: talvolta il problema è limitato a un’area specifica, come un gruppo di muscoli che fatica a funzionare correttamente. Altre volte, lo squilibrio può coinvolgere intere catene muscolari, creando un effetto domino che si estende lontano dal punto di origine.
Questo segue un principio fondamentale della fisica: “Per ogni azione c’è una reazione uguale e contraria“.
La terza legge di Newton, quella delle azioni e reazioni, non si applica solo ai razzi o alle palline da biliardo. Anche i nostri muscoli funzionano in questo modo!
Immagina due muscoli opposti: quando uno si contrae (azione), l’altro si allunga (reazione). È come un tiro alla fune: più uno tira, più l’altro deve resistere.
- Due oggetti interagenti: i due muscoli opposti (o gruppi muscolari) sono come i due lati di una bilancia.
- Entità della forza: la contrazione di un muscolo determina quanto l’altro deve resistere.
- Direzione opposta: se un muscolo si accorcia, l’altro si allunga. È una danza perfetta, ma quando qualcosa va storto, il dolore entra in scena.
Quando un muscolo si contrae troppo a lungo (ad esempio, a causa di una postura errata o di un movimento ripetitivo), i muscoli opposti si allungano eccessivamente. Questo squilibrio può portare a microlesioni, infiammazione e, naturalmente, dolore.
Fortunatamente, il nostro corpo non è privo di difese. Esistono sistemi di sicurezza per gestire queste situazioni:
- Infiammazione: da acuta a cronica, l’infiammazione cerca di riparare i tessuti danneggiati e ripristinare l’equilibrio.
- Segnali di dolore: il dolore ci avverte di fermarci, limitando i movimenti che potrebbero peggiorare la situazione.
- Condivisione del carico: il corpo tenta di distribuire lo sforzo su altri muscoli, anche se questo può portare a nuovi squilibri.
Nel tempo e in caso di potenziali infortuni, la condivisione del carico può influenzare diversi muscoli e gruppi muscolari, dando luogo a una versione dinamica e estesa a tutto il corpo della reazione uguale e contraria.
La terza legge di Newton ha una connessione con la “teoria degli opposti” che è un principio fondamentale che trova applicazione in numerosi ambiti, tra cui la fisioterapia e il massaggio terapeutico, per comprendere come le tensioni, gli squilibri e le disfunzioni in una specifica area del corpo possano ripercuotersi su altre regioni, anche distanti.
Questo concetto si fonda sull’idea che il corpo umano sia un sistema integrato e interconnesso, in cui ogni movimento, tensione o rilassamento in una parte del corpo può generare una risposta compensatoria o un effetto a catena in un’area opposta o complementare.
Nella pratica, questa teoria suggerisce che un eccesso di tensione o rigidità in un muscolo (agonista) può portare a un indebolimento o a un’alterazione della funzione del muscolo opposto (antagonista), creando uno squilibrio che può influenzare non solo la zona direttamente coinvolta, ma anche strutture adiacenti o distanti.
Ad esempio, una tensione cronica nei muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali) può causare un’alterazione della postura, con conseguente sovraccarico della zona lombare o persino del collo, dimostrando come il corpo cerchi di compensare gli squilibri in modo globale.
Nel contesto del massaggio terapeutico e della fisioterapia, la teoria degli opposti viene utilizzata per identificare e trattare le cause profonde di dolori e disfunzioni, anziché limitarsi a intervenire sui sintomi.
Operatori esperti, attraverso tecniche mirate, lavorano per riequilibrare le tensioni muscolari, ridurre le contratture e ripristinare l’armonia tra i gruppi muscolari agonisti e antagonisti. Questo approccio non solo allevia il dolore locale, ma previene anche l’insorgere di problematiche secondarie in altre parti del corpo, promuovendo un benessere generale.
Inoltre, la teoria degli opposti si sposa perfettamente con l’idea che il corpo sia un’unità funzionale, dove ogni parte è in relazione con il tutto. Questo concetto è particolarmente evidente in discipline come l’osteopatia, la chiropratica e lo yoga, dove si lavora per ripristinare l’equilibrio tra le forze opposte del corpo, migliorando la mobilità, la flessibilità e la postura.
Iniziare il massaggio considerando un’immagine di Amy Bradley Radford
Un approccio metodico al massaggio può fare una differenza significativa nella gestione del dolore. La chiave sta nel comprendere che i muscoli contratti e accorciati devono essere allungati, mentre quelli già allungati necessitano di accorciarsi per ritrovare il loro equilibrio naturale. Questo processo avviene in modo ottimale se il massaggio è applicato secondo una sequenza corretta.
Amy Bradley Radford è una massoterapista certificata e un provider di formazione continua per massoterapisti. È appassionata del potere del massaggio per alleviare il dolore e interrompere i cicli dolorosi. Lavora anche come coach aziendale per studi di massoterapia e come educatrice.
L’immagine sotto, di Amy Bradley Radford, mostra:
- In rosso: arre di allungamento dei muscoli e dolore.
- In blu: arre di accorciamento dei muscoli.
Il massaggio, se eseguito correttamente, rappresenta una potente strategia per allungare i tessuti muscolari e migliorare il benessere fisico.
In qualità di massaggiatore, è fondamentale adottare un metodo sistematico per selezionare le aree accorciate e lavorare su di esse. Questo approccio permette di creare automaticamente l’opportunità per i muscoli allungati di accorciarsi e ritrovare la loro lunghezza naturale.
Quando i muscoli avvertono un allentamento della tensione, tendono a contrarsi e a tornare a una lunghezza inferiore. Tuttavia, se si applica il massaggio direttamente sulla zona dolorante, allungandola ulteriormente, l’eccessiva lunghezza creata dal massaggio potrebbe essere riassorbita dai tessuti più corti che dominano il ciclo del dolore.
Questo fenomeno che può essere definito come “disfunzione alimentare“, un principio universale che sottolinea l’importanza di lavorare in modo strategico sui tessuti.
Un approccio più efficace e meno doloroso consiste nel concentrare il massaggio inizialmente sui tessuti accorciati. Questo permette ai muscoli allungati di contrarsi naturalmente, favorendo la guarigione e il ripristino dell’equilibrio muscolare.
Una buona idea sarebbe iniziare il massaggio:
1) Selezionando le aree accorciate: identificare le zone muscolari contratte e rigide è il primo passo. Questo richiede una valutazione accurata da parte del massaggiatore per determinare i punti che necessitano di maggiore attenzione.
2) Applicare tecniche di allungamento: utilizzare tecniche specifiche di massaggio per allungare i muscoli contratti. Movimenti lenti e controllati, esercizi di stretching passivo e altre metodiche sono essenziali per rilasciare la tensione accumulata.
3) Rilassare i muscoli allungati: successivamente, concentrarsi sui muscoli già allungati. Permettere loro di accorciarsi tramite movimenti delicati e mirati facilita il ripristino della loro lunghezza naturale.
4) Eseguire una sequenza corretta del massaggio: seguire una sequenza ben definita è cruciale per ottenere risultati efficaci. Lavorare prima sui muscoli accorciati e poi su quelli allungati aiuta a ristabilire l’equilibrio muscolare e ridurre il dolore.
Iniziare il massaggio lontano dal dolore: esempi
1) Accorciamento nella parte bassa della schiena
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli lombari (come il quadrato dei lombi) può causare un allungamento eccessivo e dolore nei muscoli della parte superiore del corpo, come trapezi, romboidi e muscoli del collo. Questo è comune in chi mantiene posture scorrette, come stare seduti a lungo con la schiena curva.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe lavorare sulla zona lombare per rilassare i muscoli accorciati, ma anche sulla parte superiore della schiena, sulle spalle e sul collo per alleviare la tensione compensatoria.
2) Accorciamento nei flessori dell’anca
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli flessori dell’anca (come l’ileopsoas) può portare a un allungamento eccessivo e dolore nei muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali) e nella zona lombare. Questo è tipico in chi passa molto tempo seduto o in chi pratica sport che sovraccaricano i flessori.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe concentrarsi sui flessori dell’anca (zona anteriore della coscia e bacino) per rilassarli, ma anche sui muscoli posteriori della coscia e sulla parte bassa della schiena per ridurre la tensione compensatoria.
3) Accorciamento dei muscoli del polpaccio
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo) può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte anteriore della gamba (tibiale anteriore) e nel piede, influenzando la postura e la deambulazione.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe lavorare sui polpacci per allungarli e rilassarli, ma anche sulla parte anteriore della gamba e sulla pianta del piede per riequilibrare le tensioni.
4) Accorciamento del muscolo piriforme
- Descrizione: un accorciamento del muscolo piriforme (nella regione glutea) può comprimere il nervo sciatico, causando dolore che si irradia lungo la gamba (sciatalgia). Questo è comune in chi mantiene posture statiche o pratica attività che sovraccaricano i glutei.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe concentrarsi sul muscolo piriforme (zona glutea) per rilassarlo, ma anche lungo il decorso del nervo sciatico (parte posteriore della coscia e gamba) per alleviare il dolore irradiato.
5) Accorciamento della fascia plantare
- Descrizione: un accorciamento della fascia plantare (sotto il piede) può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte superiore del piede e nella caviglia, portando a condizioni come la fascite plantare.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe lavorare sulla pianta del piede per allungare la fascia plantare, ma anche sulla parte superiore del piede e sulla caviglia per ridurre la tensione compensatoria.
6) Accorciamento dei muscoli della mandibola
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli masticatori (come il massetere e il temporale) può causare un allungamento eccessivo e dolore nella zona del collo e delle spalle, spesso associato a tensione e mal di testa.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe concentrarsi sui muscoli della mandibola (zona temporale e massetere), ma anche sul collo e sulle spalle per alleviare la tensione compensatoria.
7) Accorciamento della muscolatura addominale
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli addominali (come il retto dell’addome) può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte bassa della schiena, specialmente in chi ha una postura scorretta o debolezza muscolare.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe lavorare sulla zona addominale per rilassare i muscoli accorciati, ma anche sulla parte bassa della schiena per ridurre la tensione compensatoria.
8) Accorciamento dei muscoli pettorali
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli pettorali (grande e piccolo pettorale) può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte alta della schiena (trapezi e romboidi) e nelle spalle, portando a una postura curva in avanti.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe concentrarsi sui muscoli pettorali per rilassarli, ma anche sulla parte alta della schiena e sulle spalle per alleviare la tensione compensatoria.
9) Accorciamento dei muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali)
- Descrizione: un accorciamento degli ischiocrurali può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte anteriore della coscia (quadricipite) e nella zona lombare, influenzando la postura e la deambulazione.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe lavorare sui muscoli posteriori della coscia per allungarli, ma anche sulla parte anteriore della coscia e sulla zona lombare per riequilibrare le tensioni.
10) Accorciamento dei muscoli del collo (sternocleidomastoideo e scaleni)
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli del collo può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte alta della schiena e nelle spalle, spesso associato a mal di testa da tensione.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe concentrarsi sui muscoli del collo per rilassarli, ma anche sulla parte alta della schiena e sulle spalle per ridurre la tensione compensatoria.
11) Accorciamento dei muscoli interni della coscia (adduttori)
- Descrizione: un accorciamento dei muscoli adduttori può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte esterna della coscia (abduttori) e nella zona pelvica, influenzando la stabilità e la mobilità.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe lavorare sui muscoli interni della coscia per rilassarli, ma anche sulla parte esterna della coscia e sulla zona pelvica per riequilibrare le tensioni.
12) Accorciamento dei muscoli della spalla (deltoide anteriore)
- Descrizione: un accorciamento del deltoide anteriore può causare un allungamento eccessivo e dolore nella parte posteriore della spalla (deltoide posteriore) e nella zona scapolare, portando a squilibri posturali.
- Dove agire il massaggiatore: il massaggiatore dovrebbe concentrarsi sul deltoide anteriore per rilassarlo, ma anche sulla parte posteriore della spalla e sulla zona scapolare per alleviare la tensione compensatoria.
Quando un cliente non risponde al trattamento o peggiora a causa del trattamento localizzato, un approccio più dinamico è una valida opzione da perseguire.