Guida al rilascio miofasciale per massaggiatori

Tempo di lettura: 9 minuti

Ogni volta che tocchi la pelle del cliente coinvolgi, involontariamente, il suo sistema fasciale. Non è più possibile continuare questa professione senza avere nozioni base di questo sistema. Leggi il post . . .

Molteplici massaggiatori, forse proprio quelli più maturi come me, conoscono poco il sistema fasciale.

Ciò non mi stupisce tanto perché la ricerca, sul sistema fasciale, è esploso negli ultimi 20 anni.

I libri di testo di anatomia spesso tralasciano le strutture fasciali per rappresentare i muscoli in modo più pulito. Solo recentemente, un paio di libri di testo di anatomia, si sono sforzati di includere le strutture fasciali nelle loro rappresentazioni.

Per contro, oggi, ci sono numerosi corsi di “rilascio miofasciale” che spiegano cos’è la fascia, come crea disfunzioni nel corpo e come agire per ripristinare tale tessuto.

Personalmente ho scoperto il sistema fasciale facendo ricerche proprio per questo blog.

Inizialmente ciò che leggevo mi sembrava complicato, ma le numerose ricerche collegate anche proprio alle terapie manuali, mi hanno motivato a leggere sempre di più.

Questo sapere ha cambiato lentamente e radicalmente il mio modo di vedere il corpo dei clienti ed ho trovato spiegazioni a manovre che effettuavo, in maniera inconsapevole, e ad anomalie che, a volte, vedo.

Esempio, quando eseguo massaggi rilassanti, e non solo, ho la consuetudine di effettuare un dondolio del corpo del cliente anche per 1 minuto.  1 minuto può sembrare poco, ma prova su un tuo cliente…. il minuto sembrerà infinito. Eppure ho sempre notato che, dopo un certa perplessità (intuita) da parte del cliente, esso si lascia andare in un dondolio sempre più fluido, una sorta di sensazione di benessere che lo coinvolge fisicamente e mentalmente.

Anni fa, incontrai una receptionist di un centro estetico, per cui avevo lavorato nel 2018, e mi disse: “Ma sai… ancora viene un cliente che chiede di te e che in particolare si ricorda di un dondolio del corpo che effettuavi”.

Certo, ho pensato, il dondolio del corpo, inconsapevolmente, ci riporta a quando ci cullava il liquido amniotico durante la gravidanza della nostra mamma e al suo dondolarci, una volta nati. Quindi: amore, protezione, attenzione, sostegno, ecc.

Ebbene, studiando le “tecniche di rilascio miofasciale” ho scoperto che una manovra di tale disciplina chiamata “rimbalzo miofasciale” consiste  nell’introdurre un movimento oscillatorio (dondolio) di 5 o più minuti dolce e lentamente crescente nella fluidità del sistema fasciale del cliente per utilizzare i fluidi del corpo come forza terapeutica

L’essere umano è fluido per circa il 75% e, quando viene scosso, un’onda interna di movimento ed energia inizia a formarsi e muoversi attraverso il fluido all’interno del corpo. Se il dondolio viene dolcemente sostenuto e continuato nel tempo, come con il “rimbalzo miofasciale”, questo movimento fluido si perpetua e inizia a raggiungere e influenzare le aree solidificate del corpo dandogli l’opportunità di ammorbidirsi.

Il rimbalzo miofasciale, oltre ad essere una tecnica di applicazione è anche una tecnica di valutazione. Facendo oscillare il corpo si possono notare alcune anomalie. Ad esempio, una gamba è rigida o dondola con difficoltà rispetto all’altra. Secondo il rilascio miofasciale, in quell’arto o nella sua linea di trazione può esserci qualche anomalia o restrizione.

Di fatti, quando mi capita, do uno sguardo al lato del corpo della gamba che non oscilla dolcemente come l’altra e, quasi sempre, ci trovo nel tragitto una qualche anomalia; una cicatrice, una spalla rigida, una bruciatura, un lipoma o altro.

Certo, non posso dire che applico tecniche del rilascio miofasciale e risolvo il problema (magari fosse così!) tra l’altro dove lavoro non svolgono il rilascio miofasciale e fino ed ora non ho eseguito un vero e proprio trattamento di solo rilascio miofasciale ad un cliente.

Però è da quasi un anno che, una volta a settimana, massaggio un ragazzo (36 anni) che ha avuto una embolia cerebrale neonatale e presenta gamba e braccio sinistro atrofizzati e che si muovono parzialmente, anche la spalla sinistra si presenta disallineata con la destra, così come altre disfunzioni.

In realtà, tranne piccolissime anomalie, questo ragazzo, fino e dieci anni fa, non aveva problemi fisici. Svolgeva una vita normale come tutti . . . lavorava, usciva con amici, faceva nuoto e cosi via . . . poi, mi è stato detto, che a seguito di alcuni dispiaceri personali, ha avuto un declino cerebrale. Di conseguenza non scendendo più spesso come prima, non facendo sport e assumendo sempre più posture sbagliate il lato sinistro si è parzialmente compromesso.

Non essendo un medico, non so se questo è il processo di una  embolia cerebrale neonatale. Ma comunque, al di là di questo, quando guardo questo ragazzo, ora capisco, al di là delle sue patologie, che anche il suo sistema fasciale è tirato in più punti . . .  e così, tra una manovra e l’altra di massaggio, applico manovre del rilascio miofasciale sperando di essergli, nel minimo, utile. E ti dirò, dei piccolissimi benefici ci sono stati.

Ma cos’è, in breve, il sistema fasciale?

miofasciale

Il sistema fasciale è un sistema specializzato del corpo che ha un aspetto simile a una tela di ragno. La fascia è tessuta molto densamente, coprendo e compenetrando ogni muscolo, osso, nervo, arteria e vena, così come tutti i nostri organi interni inclusi cuore, polmoni, cervello e midollo spinale. L’aspetto più interessante del sistema fasciale è che non è solo un sistema di coperture separate. In realtà è una struttura continua che si estende dalla testa ai piedi, in superficie e in profondità senza interruzioni.

In questo modo puoi iniziare a vedere che ogni parte dell’intero corpo è collegata a ogni altra parte dalla fascia, come il filo di un maglione.

Traumi, risposte infiammatorie, procedure chirurgiche, posture sbagliate ed altro creano restrizioni fasciali che possono produrre pressioni di trazione di circa 2.000 libbre per pollice quadrato su strutture sensibili al dolore e che non si presentano in molti dei test standard (raggi X, mielogrammi, TAC, elettromiografia, ecc.). Un’alta percentuale di persone che soffrono di dolore e/o mancanza di movimento possono avere problemi fasciali, ma non vengono diagnosticati.

In questo articolo, molto affascinante (anche se complesso), puoi leggere come il sistema fasciale influenza il corpo e quanto queste informazioni sono  importanti per noi massaggiatori e non solo ovviamente.

Il sistema fasciale può essere immaginato come una tutta che ricopre il corpo. Se essa e ristretta in alcuni punti (foto sotto), tirandola, esempio dai piedi, non si stenderà in quanto bloccata. Anzi. più la si tira e più i punti bloccati si stringeranno e si creeranno nuove grinze in altre parti della tuta. Lavorando il tessuto fasciale fino all’origine dei blocchi, per rimuoverli, è possibile ripristinare l’intera struttura in modo uniforme.

 E cos’è il rilascio miofasciale?

miofasciale

La terapia di rilascio miofasciale è stata sviluppata da John F. Barnes (fisioterapista riconosciuto a livello internazionale) per contrastare le tensione che si creano nel sistema fasciale a causa di traumi, dolore, postura sbagliata, infiammazione ed altro.

La terapia di rilascio miofasciale lavora anche sulla connessione mente corpo. Il ricordo di un dolore, un trauma, una operazione e così via, può essere immagazzinato nel corpo. Se esso non viene rimosso, nel tempo, può mutare in un disagio fisico.

La terapia di rilascio miofasciale viene eseguita, tramite manovre delicate, lente e sostenute, sulla pelle del cliente senza oli o creme per non scivolare su di essa.

Procedendo lentamente e aspettando il ritmo naturale del corpo, la fascia risponde al tocco dell’operatore allungandosi, reidratandosi e riorganizzandosi. Il rilascio miofasciale apre lo spazio per il movimento di fluidi ed energia, facilitando una maggiore circolazione e comunicazione, consentendo al corpo di guarire.

Ciò che all’inizio, dell’applicazioni delle tecniche del rilascio miofasciale, potrebbe sembrare inconsueto al massaggiatore (almeno a me così è successo) è la delicatissima pressione da attuare. Una pressione che, se pur progressivamente aumenta, resta comunque media.

Ricordo che la legge di Arndt-Schultz sull’ormesi (capacità di un organismo di rispondere a un determinato stimolo in maniera diversa in base alla sua intensità), asserisce che:

  • Uno stimolo di intensità debole accelera modestamente l’attività fisiologica.
  • Uno stimolo di intensità media incrementa l’attività fisiologica.
  • Uno stimolo di intensità forte blocca in parte l’attività fisiologica.
  • Uno stimolo di intensità fortissimo sopprime l’attività fisiologica.

Di seguito alcune, delle numerose ricerche, che dimostrano i benefici del rilascio miofasciale:

Perché, come massaggiatore, dovresti apprendere il rilascio miofasciale?

miofasciale

Ragazzi, come voi, so bene quanto costa la continua formazione e di fatti non consiglio di fare subito un corso di rilascio miofasciale,  ma almeno di acquistare un ebook (magari puoi scegliere di prendere proprio quello presente su questo blog) o fare delle ricerche per poi decidere cosa fare.

Di, sicuro questa tecnica ha un approccio diverso rispetto al massaggio; bisogna cambiare il proprio processo di pensiero e lavoro. Tuttavia una infarinatura la suggerisco vivamente.

Inoltre, non devi per forza svolgere sessioni intere di rilascio miofasciale, ma puoi includere le manovre, nel tuo massaggio, dove sentirai vi è bisogno.

Il rilascio miofasciale richiede pazienza, attenzione, sensibilità e intuizione per sentire le barriere e le restrizioni della fascia. Elementi, che come massaggiatori, già possediamo.

Il rilascio miofasciale può adattarsi, al tuo lavoro attuale, in diverse esigenze e non solo. Alcune di esse:

1) Inefficienze posturali

Il sistema fasciale essendo in relazione con il sistema muscolo-scheletrico, determina la lunghezza dei nostri muscoli. Se esso presenta restrizioni può portare a numerosi problemi di postura.

2) Disfunzione del movimento

La disfunzione del movimento è un’altra area che può beneficiare dal rilascio miofasciale,  compresi le difficoltà di forza e gamma di movimento.

Pur non essendoci un trauma di base, contrarre ripetutamente i muscoli può causare stress ai tessuti, con conseguenti restrizioni fasciali nel tempo.

Il movimento ripetitivo fa parte di un’ampia varietà di attività: sport, cattiva postura, movimento ripetitivo di un lavoro, ecc.

3) Tessuto cicatriziale

Sebbene non tutte le cicatrici siano uguali, sono tutte composte dalla stessa sostanza. Il tessuto connettivo di cui sono composti è disposto in uno schema casuale e può avere numerosi effetti su tutto il corpo.

E’ scientificamente dimostrato che eventuali sollecitazioni o lesioni anche lievi (come una cicatrice) del sistema fasciale, ne alterano l’intera struttura determinando disfunzioni e dolore all’organismo.

Il dolore può presentarsi anche o in un altro sito lontano dalla cicatrice stessa.

L’uso del rilascio mio fasciale aiuta a:

  • Ridurre il dolore.
  • Migliora il raggio di movimento delle articolazioni e dei muscoli circostanti.
  • Ripristina la normale mobilità e funzionalità.

Qui puoi leggere la relazione tra massaggio e cicatrice.

4) Sportivi

È stato dimostrato che la terapia fasciale aumenta la mobilità e riduce il dolore nei muscoli sovraccarichi o danneggiati, il che è molto utile per gli sportivi che possono sperimentare affaticamento muscolare a causa delle sollecitazioni ripetitive poste sui loro corpi.

Pubblicizzare il rilascio miofasciale

miofasciale

Il rilascio miofasciale può essere una opportunità per rinnovare il listino prezzi, aggiornare le proprie competenze, approfondire la propria conoscenza sul corpo umano e ciò è necessario perché, come massaggiatori, quando mettiamo le mani su un corpo, per raggiungere un muscolo, attraversiamo diversi strati del sistema fasciale.

Detto ciò, l’introduzione di una nuova modalità nella tua pratica attuale può essere un po’ intricata. Commercializzare la terapia fasciale ed istruire i tuoi clienti su come ne trarranno beneficio, in termini che possono facilmente comprendere sarà di aiuto.

Alcuni consigli al riguardo:

1) L’analogia del sistema fasciale paragonato ad un tuta, che stretta, causa diversi problemi, può avere un forte impatto per far comprendere come le restrizioni del sistema fasciale  agiscono sul corpo.

2) La maggioranza delle persone che hanno un disagio sono interessate a come si sentiranno dopo una sessione e non a quale manovre vengono utilizzate. Alcune frasi possono attrarre persone che cercano tali risultati. Esempio:

  • “Ottimizzazione della posizione del corpo”.
  • “Diminuzione della pressione sulle strutture dolorose”.
  • “Miglioramento della mobilità”.

3) Fai del tuo meglio. La bravura è sempre apprezzata e ripagata con il passaparola.

4) Cerca collaborazioni con fisioterapisti, osteopati, kinesiologi, centri di riabilitazione, centri fitness. Un massaggiatore può anche applicare il rilascio miofasciale semplicemente per rilassare il corpo.

5) Il rilascio miofasciale prevede anche semplicissimi esercizi di auto-cura per il cliente utilizzando rotoli e palline di schiuma. Tali articoli possono essere venduti dall’operatore ed incrementare le entrate.

Il rilascio miofasciale potrebbe non essere una tecnica attrattiva per molti massaggiatori, tuttavia e da considerare se si desidera inserire nella nostra virtuale cassetta degli attrezzi per aiutare i clienti a gestire il loro dolore e costruire maggiori entrate economiche.

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