Il massaggio contro il dolore

Tempo di lettura: 6 minuti

Questo articolo esamina l’autorevolezza del massaggio nella gestione del dolore. Condivi il post con i clienti per rafforzare il valore del tuo lavoro.

 

massaggio contro il dolore

Non esiste un orientamento peculiare per la gestione del dolore e le cure adeguate dipendono dalla natura e la gravità del dolore di una persona. Tuttavia, l’intesa generale è che un protocollo multimodale (combinazione di diverse di strategie) è più efficace. Il massaggio è un contributo comprovato e prezioso a questo protocollo.

Il massaggio agisce a livello:

  • Locale.
  • Sistemico.
  • Psicosociale.

Queste tre divisioni emergono dal modello biopsicosociale del dolore, nella scienza della riabilitazione.

Il modello biopsicosociale è una strategia di approccio alla persona, che attribuisce il risultato della malattia, così come della salute, all’interazione intricata e variabile di:

  • Fattori biologici (genetici, biochimici, ecc.).
  • Fattori psicologici (umore, personalità, comportamento ecc.).
  • Fattori sociali (culturali, familiari, socioeconomici , ecc.).

Il modello biopsicosociale (immagine sotto) si contrappone al modello biomedico, che attribuisce la malattia principalmente a fattori biologici, come virus, geni o anomalie somatiche, che il medico deve identificare e correggere.

Il modello biopsicosociale trova applicazione a discipline che vanno dalla medicina alla psicologia alla sociologia; la sua accettazione e prevalenza variano tra discipline e culture.

Le nuove ricerche e riflessioni, riconoscono che il dolore di una persona è articolato, dinamico e influenzato da molteplici fattori.

Il massaggio contro il dolore: fisiologia del dolore (in breve)

 

In tutto il corpo ci sono recettori sensoriali, specializzati e sensibili agli stimoli termici, meccanici e chimici. Essi sono i nocicettori. Il processo di trasmissione del segnale da questi recettori al sistema nervoso centrale (SNC) è chiamato nocicezione.

I segnali nocicettivi vengono elaborati e interpretati quando arrivano nel cervello. È solo al momento dell’interpretazione da parte del cervello che viene registrato il dolore. Fibre nervose specializzate inviano segnali al sistema nervoso centrale. Alcune fibre nervose hanno un rivestimento protettivo chiamato guaina mielinica, che consente loro di trasmettere gli impulsi più velocemente.

I segnali nocicettivi in genere viaggiano lungo fibre non mielinizzate o poco mielinizzate, il che significa che possono viaggiare più lentamente di altri segnali come la propriocezione.

Il significato di propriocezione rimanda alla ricezione di segnali propri, provenienti dal proprio corpo. È la capacità di riconoscere la posizione e il movimento del proprio corpo nello spazio senza l’ausilio della vista.

Nel 1965 gli scienziati Ronald Melzack e Patrick Wall, hanno proposto la teoria del “controllo del cancello del dolore”. La teoria del cancello suggerisce come i segnali propriocettivi possano arrivare al midollo spinale prima dei segnali nocicettivi e quindi limitare la quantità di informazioni nocicettive inviate al cervello.

Quando si avverte una sensazione spiacevole, come il dolore dopo aver preso un colpo, o il prurito in seguito ad una puntura di insetto, la reazione più istintiva è quella di strofinare o grattare il punto dolente o pruriginoso. Lo si fa perché istintivamente, quando si strofina la parte dolente o si gratta dove prude, il dolore o il prurito diminuiranno.

Questa teoria aiuta a spiegare perché lo sfregamento di una zona del corpo dolente riduce il dolore provato in quel momento e i benefici del massaggio su alcuni disturbi del dolore, in particolare il dolore acuto.

Il massaggio contro il dolore: i 3 livelli su cui agisce il massaggio

 

La fisiologia del dolore, sopra citata, ci permette di comprendere come il massaggio contro il dolore agisce su di esso a livello:

  • Locale.
  • Sistemico.
  • Psicosociale.

Effetti locali:

E’ stato dimostrato, come puoi leggere dai diversi post pubblicati su questo blog, che il massaggio, in generale, allevia il dolore fisico e migliora la funzione generale del corpo.

La scienza indaga continuamente il legame tra “massaggio e dolore” e nuove scoperte potranno dimostrare gli effetti fisiologici del massaggio.

Nel frattempo, sappiamo che il massaggio allevia le tensioni muscolari, le contratture, l’emicrania, le aderenze delle cicatrici, l’infiammazione della fascite, aiuta con la costipazione, il gomito del tennista, ecc.

I benefici del massaggio a livello locale sono numerosi ed affrontano immediatamente il dolore, non a caso le squadre sportive professionistiche hanno massaggiatori in loco.

Effetti sistemici:

In relazione a massaggio e dolore, sono di rilevanza gli effetti sistemici. Gli effetti sistemici sono quelli che coinvolgono tessuti o processi che si verificano lontano dal luogo in cui si avverte il dolore. Un effetto sistemico di più ampia portata del massaggio, per quanto riguarda la gestione del dolore, si verifica attraverso un fenomeno neurologico chiamato modulazione discendente.

La modulazione discendente è il processo del cervello e del midollo spinale di regolazione dell’attività neurale che produce dolore. Si chiama modulazione “discendente” perché la funzione cerebrale superiore altera l’elaborazione del segnale dai centri inferiori del cervello e del midollo spinale.

Il sistema nervoso può aumentare o diminuire la sua sensibilità al dolore. Lo fa attraverso due forme di modulazione discendente:

  1. Facilitazione discendente.
  2. Inibizione discendente.

La facilitazione discendente è un processo attraverso il quale il sistema nervoso centrale amplifica o migliora i segnali in arrivo dalla periferia, come dalla pelle o dalle articolazioni. Tali modificazioni avvengono attraverso l’attivazione di determinati percorsi e neurotrasmettitori.

Un esempio di facilitazione discendente, in una condizione di dolore, è quando un cliente con dolore lombare prova sofferenza anche ad un tocco leggero, come un massaggio delicato. La risposta intensificata è dovuta al fatto che i percorsi facilitatori discendenti sono diventati iperattivi, accrescendo i segnali dalla parte bassa della schiena e facendoli sentire più intensi.

Un altro esempio può essere il dolore che viene percepito in altre aree del corpo, come le gambe o i piedi, poiché il cervello interpreta i segnali amplificati come provenienti da più fonti provocando dolore nell’individuo anche da un tocco leggero, che normalmente non sarebbe doloroso.

L’inibizione discendente è un processo mediante il quale il sistema nervoso centrale riduce o smorza l’intensità dei segnali neurali in arrivo. La minimizzazione dei segnali avviene attraverso l’attivazione di alcuni percorsi e anche di neurotrasmettitori, come il rilascio di endorfine, che si legano agli stessi recettori degli oppioidi e riducono la percezione del dolore.

La ricerca dimostra che il massaggio rilascia sostanze chimiche come ossitocina, serotonina e dopamina.

Il massaggio incoraggia l’inibizione discendente attivando alcuni percorsi nel sistema nervoso centrale che riducono la sensibilità e la percezione del dolore e dona un senso generale di rilassamento. Il rilassamento, si deduce, sia il primo mattoncino che porta alla guarigione.

Effetti psicosociali:

Si sa che il tocco gentile e le informazioni contestuali si influenzano a vicenda. Il tocco può avere un impatto significativo sulle nostre emozioni e connessioni sociali. È noto che un tocco appropriato e gentile può fornire sollievo dai sentimenti negativi ed evocare sensazioni di piacere.

Uno dei motivi principali per cui il massaggio risulta essere così benefico, ha molto a che fare con questi aspetti contestuali e sociali.

I giovamenti delle luci soffuse, della musica rilassante, degli odori, il calore, un possibile spazio sicuro e soprattutto l’attenzione che il massaggiatore da al cliente e il suo problema, contribuiscono e si sommano agli effetti benefici del massaggio.

E’ da considerare, anche, che il massaggio non avrà affetti benefici se tra cliente e operatore non si insatura un rapporto di fiducia o se il contesto e vissuto come negativo dallo stesso.

Un apprezzabile esempio di come il massaggio sostenga i tre livelli del modello biopsicosociale è nel trattamento da stress post traumatico.

 

In relazione a massaggio e dolore, il massaggiatore, rispetto a tante altre professioni, ha la straordinaria possibilità di apportare cambiamenti alla vita delle persone semplicemente con il proprio sapere, le proprie mani in combinazione con un ambiente sicuro, confortevole e rilassante.

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