Leggi come il massaggio è importante per i ragazzi con il disturbo da deficit di attenzione e iperattività e condividi l’articolo con i tuoi clienti . . .
Negli ambiti educativi di tutto il mondo, sempre più programmi scolastici stanno riconoscendo l’importanza di integrare gli aspetti emotivi, spirituali e sociali nell’apprendimento. Un crescente corpus di conoscenze, noto come “il pensiero del cervello destro e sinistro”, sta attirando l’attenzione degli educatori.
Questo articolo si concentra sull’apprendimento del cervello destro, il cui ruolo è fondamentale per lo sviluppo di tutte le intelligenze.
I processi che favoriscono lo sviluppo del cervello destro dipendono interamente dalla stimolazione sensoriale. Nell’organizzazione scolastica della Nuova Zelanda, ad esempio, l’educazione del cervello destro è incorporata nel concetto di “HAUORA”, termine Maori che significa benessere olistico.
Negli ultimi anni, insegnanti e genitori si sono preoccupati dell’approccio che privilegia esclusivamente l’apprendimento del cervello sinistro, soprattutto in un contesto di istruzione basata su computer.
Una semplice domanda sorge spontanea: “Si vuole veramente che i ragazzi diventino come automi, a scapito della parte emotiva, creativa ed empatica del cervello?”
Il corretto sviluppo cognitivo dei bambini è strettamente legato alla piena maturità del cervello emotivo o limbico. Questo processo di maturazione avviene durante l’infanzia attraverso la stimolazione sensoriale positiva. Le tecnologie basate su schermo, sono tutte “virtuali”.
Per comprendere appieno la realtà virtuale, è necessario innanzitutto possedere una base fisica, emotiva e cognitiva ben sviluppata nella realtà naturale. Questa base è costituita:
- dall’esperienza sensoriale;
- dalle relazioni interpersonali;
- e dalla percezione del mondo circostante.
Alcuni genitori, soprattutto quelli che lavorano nella Silicon Valley (culla della tecnologia per eccellenza), stanno riconoscendo sempre di più l’importanza di un’istruzione primaria che si basi su metodi tradizionali, come l’uso di penna e matita, l’enciclopedismo e la stimolazione sensoriale. Nonostante possa sembrare antiquata o inefficace, questo approccio risulta fondamentale per garantire un corretto sviluppo cognitivo nei bambini.
D’altra parte, i bambini che crescono esclusivamente con l’uso delle tecnologie e la realtà virtuale fin dalla tenera età rischiano di sviluppare atteggiamenti egoistici, mancanza di empatia e scarsa fantasia. Inoltre, potrebbero risultare meno connessi al mondo reale.
L’eccessiva esposizione dei bambini e dei giovani adulti al computer e ai videogiochi è stata classificata come una nuova forma di dipendenza. Diversi studi condotto hanno dimostrato che i giocatori patologicamente dipendenti presentano attivazione simile nel lobo parietale del cervello rispetto a persone coinvolte in altre forme di dipendenza.
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un termine più ampio che comprende due sottotipi principali: l’ADHD di tipo disattento e l’ADHD di tipo iperattivo-impulsivo.
Le differenze sono:
1) ADHD di tipo disattento (ADD):
- Questo sottotipo si concentra principalmente sulla difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione.
- Le persone con ADD hanno sintomi come distrazione facile, difficoltà a seguire le istruzioni, problemi di organizzazione e breve capacità di attenzione.
- Non presentano necessariamente comportamenti iperattivi o impulsivi.
- Alcuni bambini con ADD possono sembrare annoiati o disinteressati alle attività in classe.
- Questo termine è tecnicamente obsoleto, ma viene ancora utilizzato colloquialmente per indicare una persona che ha difficoltà a rimanere concentrata senza sintomi di iperattività.
2) ADHD di tipo iperattivo-impulsivo:
- Questo sottotipo coinvolge sia problemi di attenzione che comportamenti iperattivi e impulsivi.
- Le persone con questo tipo di ADHD possono essere inquiete, avere difficoltà a stare sedute, interrompere gli altri e agire impulsivamente.
- È più evidente nei bambini che mostrano comportamenti disturbanti o iperattività.
In sintesi, l’ADD è un termine meno utilizzato dai professionisti della salute mentale, ma viene ancora usato per indicare il tipo di ADHD disattento senza sintomi di iperattività. L’ADHD, invece, comprende entrambi i sottotipi
In Italia, Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività nella fascia d’età tra 5 e 17 anni, ha una prevalenza stimata del 2,9%, in linea con la media europea. In molti casi permane o viene diagnosticato nell’età adulta, dove ha una prevalenza analoga. Da queste percentuali si stima che da 1 a 2 milioni di italiani siano affetti da ADHD, spesso senza saperlo. Ma se si considerano i casi sottosoglia e quindi misdiagnosticati la prevalenza può arrivare anche al 8-10%.
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività viene trattato con un approccio multimodale che integra diversi interventi, quali:
1) Terapia farmacologica:
- Gli stimolanti, come il metilfenidato o l’anfetamina, sono i farmaci più comunemente prescritti per l’ADHD. Questi farmaci sembrano bilanciare i livelli di neurotrasmettitori nel cervello.
- Altri farmaci utilizzati includono l’atomoxetina (un non stimolante) e alcuni antidepressivi come il bupropione o il clonidina.
2) Interventi non farmacologici:
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta a sviluppare strategie per gestire i sintomi e migliorare il funzionamento quotidiano.
- Programmi di training specifici: insegnano abilità pratiche per affrontare le sfide dell’ADHD.
- Psicoeducazione: fornisce informazioni sulla gestione del disturbo e strategie per pazienti e familiari.
Numerosi studi recenti hanno indagato l’utilizzo di farmaci per trattare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività nei bambini. Tali ricerche hanno evidenziato un drammatico aumento delle prescrizioni di antidepressivi, stimolanti e farmaci psicotropi a partire dagli anni ’90.
Particolarmente preoccupante è l’impiego di tali potenti farmaci nei bambini in età prescolare, talvolta persino nei bambini di quattro o cinque anni. La mancanza di dati scientifici riguardanti gli effetti a lungo termine di questi farmaci sullo sviluppo cerebrale rende rischioso la loro prescrizione per un bambino attivo di sei anni con diagnosi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
È importante notare che la base di conoscenze sull’uso di farmaci psicotropi nei bambini molto piccoli è limitata. Gli studi clinici controllati per valutare l’efficacia e la sicurezza di tali farmaci in età prescolare sono rari. Inoltre, mancano dati essenziali sull’efficacia di tali trattamenti, mentre gli effetti avversi sembrano essere più pronunciati nei bambini più piccoli rispetto ai giovani più grandi.
Ad esempio, i possibili effetti collaterali del bupropione sono:
- glaucoma ad angolo stretto;
- aumento della pressione sanguigna;
- sonnolenza;
- ansia;
- eccitazione;
- insonnia;
- secchezza delle fauci;
- capogiri;
- mal di testa;
- nausea;
- vomito;
- mal di stomaco;
- tremori incontrollabili;
- perdita di peso e dell’appetito;
- costipazione;
- sudorazione eccessiva;
- acufeni;
- alterazioni del gusto;
- minzione frequente;
- mal di gola.
Mentre i possibili effetti collaterali della clonidina sono:
- malessere generale;
- disturbi dermatologici: rush cutaneo, orticaria, prurito, alopecia;
- disturbi gastrointestinali: senso di nausea, conati di vomito, inappetenza, costipazione, secchezza della bocca;
- disturbi del sistema nervoso: senso di stanchezza, stato di confusione, disturbi percettivi, allucinazioni, sintomi depressivi.
Il massaggio come sviluppo sensoriale del cervello
Il massaggio riveste un ruolo unico nella nostra società moderna e frenetica, poiché offre una rara forma di stimolazione sensoriale e interazione tattile tra due individui.
Questa interazione spesso manca nella nostra vita quotidiana. Essendo esseri sociali, il tatto rappresenta una forma di comunicazione molto più antica del linguaggio, sviluppatosi solo circa 100.000 anni fa. Pertanto, il linguaggio costituisce uno sviluppo relativamente recente rispetto all’età evolutiva della nostra specie, l’Homo sapiens, che conta circa 2,5 milioni di anni. Prima che i nostri predecessori sviluppassero le competenze linguistiche, il tatto rappresentava il principale mezzo per esprimere rabbia, desiderio, bisogni vari o persino richieste di aiuto.
Nella nostra società moderna, abbiamo perso queste competenze, nonostante il loro valore rimanga significativo. Il bisogno di stimolazione tattile è insito nel nostro DNA.
L’autore del libro “Touching: the Human Significance of Skin”, afferma che il tatto è la madre di tutti i sensi. L’autore aveva ragione, poiché ora sappiamo che le prime componenti del senso del tatto si sviluppano nell’embrione circa tre o quattro settimane dopo il concepimento.
“Il sistema tattile è il primo sistema sensoriale a diventare funzionale nell’embrione e potrebbe essere l’ultimo a svanire.”
Se da bambini sperimentiamo una stimolazione tattile extra, da adulti ci limitiamo a brevi episodi di contatto, spesso solo con i nostri parenti più stretti.
Coloro che sono single possono apprezzare il contatto tattile attraverso brevi strette di mano. Purtroppo, la nostra società moderna è segnata da numerosi tabù che limitano questa esperienza.
Alcuni dei tabù più comuni includono:
- Tabù di genere: la convinzione che il contatto tattile sia sessualizzato quando coinvolge il sesso opposto.
- Tabù omofobici: la paura di toccare amici dello stesso sesso, spesso radicata in pregiudizi culturali.
- Tabù sulla masturbazione: l’ingiunzione di non toccarsi, spesso influenzata da credenze religiose o puritane.
- Paura dell’altro: la diffidenza verso gli estranei, che spesso impedisce il contatto tattile.
- Segregazione degli anziani e dei malati: la mancanza di contatto tattile con anziani e malati, che li isola dal resto della popolazione.
- Differenze di status: la tendenza delle persone di status elevato a toccare meno frequentemente quelle di status inferiore.
Nel 1966, il noto psicologo canadese, professore e scrittore Sidney Marshall Jourard condusse uno studio significativo. Durante questo esperimento, Jourard osservò il comportamento di persone provenienti da diverse culture che si incontravano casualmente e non sospettavano la presenza di un osservatore. L’obiettivo era semplice: conteggiare quante volte i soggetti si toccavano nell’arco di un’ora. I risultati furono interessanti:
- a Porto Rico, si toccarono 180 volte in un’ora;
- a Parigi il numero scese a 110;
- negli Stati Uniti solo due volte;
- a Londra addirittura zero.
Questo studio evidenzia come le diverse culture influenzino il comportamento sociale e la percezione del contatto fisico.
Sulla base di ricerche condotte da Montagu (antropologo e scrittore) e di altri studi, si è esaminata la variazione culturale riguardante il senso del tatto in diversi paesi. Questo ha portato all’identificazione del concetto di “culture a basso/alto tocco”. Gli individui di origine anglosassone o germanica sono posizionati all’estremità inferiore della scala, mentre le persone di origine mediterranea, latina e africana appartengono a culture di alto livello.
Questo concetto riveste particolare importanza per i bambini, poiché il senso del tatto è una componente fondamentale nello sviluppo cerebrale dei più giovani. Pertanto, l’idea di introdurre massaggi a scuola risulta promettente, soprattutto per i bambini affetti da disturbo da deficit di attenzione o autismo. Questa prospettiva è ampiamente supportata dalla comunità scientifica.
Alcuni esempi:
1) Il recente studio di Hamre (autore di ricerche nel campo dell’educazione e delle interazioni tra insegnanti e studenti), condotto in Germania su 19 cliniche pediatriche e familiari, ha esaminato i risultati della Terapia Antroposofica nei bambini affetti da deficit di attenzione e iperattività. La Terapia Antroposofica, sviluppata dai dottori R. Steiner e I. Wegman nel 2000, ha già dimostrato la sua efficacia clinica in oltre 3.000 asili e scuole in tutto il mondo.
Il protocollo di Terapia Antroposofica rappresenta un esempio di successo nell’applicazione della terapia del cervello destro. Questo approccio prevede:
- esercizi attivi, come la terapia euritmica (movimenti specifici delle mani, dei piedi o dell’intero corpo);
- l’arteterapia (pittura, disegno, modellazione dell’argilla, musica);
- esercizi linguistici;
- esercizi di respirazione;
- terapia di massaggio ritmico. Il massaggio ritmico, basato sul massaggio svedese e sviluppato dal dottor I. Wegman, fisioterapista, combina tecniche di base (effleurage, petrissage, frizione, tapotement, vibrazione) con movimenti delicati di sollevamento e carezze ritmiche.
Nel corso del programma di Terapia Antroposofica, composto da 12 sedute settimanali della durata di 45 minuti ciascuna, si sono osservati risultati significativi. I bambini affetti da deficit di attenzione e iperattività che hanno ricevuto la terapia antroposofica hanno manifestato una riduzione a lungo termine dei sintomi e un miglioramento complessivo della qualità della vita. Questi benefici sono stati particolarmente evidenti nei bambini sottoposti alla terapia di massaggio ritmico.
2) Il Touch Research Institute (Centro Mailman per lo sviluppo infantile) ha condotto un’analisi approfondita sugli effetti del massaggio nei bambini affetti da disturbi dell’attenzione e iperattività. Lo studio condotto ha dimostrato che il massaggio ha avuto un impatto positivo sugli studenti con disturbi dell’attenzione e iperattività, migliorando il loro stato d’animo a breve termine e il comportamento in classe a lungo termine.
Tra i numerosi benefici, la terapia del massaggio riduce l’ansia e migliora i modelli EEG (registrazioni dell’attività elettrica del cervello) e le capacità di calcolo matematico. Gli adolescenti affetti da disturbi dell’attenzione e iperattività traggono vantaggio dal massaggio, che contribuisce a ridurre i livelli di stress e ansia.
3) Il programma “Peaceful Touch”, sviluppato presso l’Axelsons Institute in Svezia, è attualmente adottato da oltre 10.000 insegnanti qualificati e coinvolge quasi 300.000 bambini svedesi. Questa iniziativa ha dimostrato che il massaggio contribuisce a ridurre i livelli di aggressività, ansia e stress nei bambini, favorendo un miglior funzionamento nel contesto di gruppo.
4) L’Eastern Institute of Technology, Nuova Zelanda, ha condotto uno studio che dimostra come il massaggio tra bambini non solo influenzi positivamente i risultati accademici, ma migliori anche le relazioni dei bambini con i loro padri o figure maschili a casa.
L’assenza di contatto in una cultura può avere conseguenze significative, tra cui il comportamento violento. Quando il bisogno di contatto rimane insoddisfatto, si manifestano comportamenti anomali.
Uno studio condotto dal neuroscienziato americano J. Prescott ha esaminato 49 società e ha concluso che la mancanza di contatto e carezze durante il periodo formativo della vita è la principale causa del comportamento violento negli adulti nelle culture a basso contatto.
Inoltre, il massaggio gioca un ruolo chiave in una terapia efficace. Il Touch Research Institute ha dimostrato che il massaggio riduce il livello dell’ormone cortisolo legato allo stress e stimola la produzione di endorfine, gli ormoni della felicità. Questi ormoni influenzano la formazione dei percorsi di ricompensa nel cervello in crescita, contribuendo al corretto sviluppo mentale, emotivo, spirituale e fisico.
È importante riconoscere che l’alimentazione e altri fattori sono cruciali per lo sviluppo dei bambini. Tuttavia, la costruzione di una base sana attraverso stimolazioni sensoriali, compreso il massaggio, è fondamentale per un’infanzia sana e uno sviluppo cerebrale completo.
In Italia esiste il MISP™ (PROGRAMMA DI MASSAGGIO NELLE SCUOLE). Un programma professionale di grande successo che promuove il contatto sano ed emotivamente nutritivo per i bambini di tutto il mondo.
Come massaggiatori possiamo aiutare i ragazzi che vivono il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Pubblicizzati . . .