Apprendere le ultime nozioni sulle dinamiche del dolore ci aiuta a comprendere come adattare il nostro lavoro per essere più efficienti.
Tempo fa si pensava che il dolore cominciasse dai recettori del dolore (nocicettori) che affollano il nostro corpo e da lì un segnale arrivasse al cervello per avvertirci che c’era un danno o che bisognava ritirarsi, ad esempio da un oggetto rovente.
Questa visione non è più accettata e negli ultimi 60 anni, la scienza ha messo nuova luce sulle cause del dolore.
L’associazione internazionale per lo studio del dolore così lo definisce “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno“.
Di seguito 4 annotazioni che i massaggiatori devono comprendere e realizzare nell’ambito del massaggio in presenza di un dolore.
1) Il dolore è una variabile sociale
Che ci sia una causa rilevabile o meno, l’esperienza del dolore (quantità e tipo di dolore) è generata dal cervello che elabora una combinazione di variabili:
- Biologiche.
- Psicologiche.
- Sociali.
Esiste una proprietà oggettiva del dolore. Bisogna accogliere la dichiarazione di un dolore da parte di una persona anche se non vi è un riscontro dal punto di vista medico.
2) Non esiste un centro del dolore nel cervello
All’interno, in particolare, della cute e in numero minore nei vasi, nelle mucose, nelle ossa e nei tendini troviamo diversi nocicettori (i principali):
- Chemiorecettori. Si attivano quando i tessuti infiammati o infettati rilasciano la bradichinina o istamina, sostanze che si introducono nel flusso sanguigno in caso di lesione, infezione di una ferita o colpo.
- Termocettori. Si attivano al contatto con un oggetto ad alta temperatura. In questa circostanza si avverte la sensazione di dolore ancor prima di capirne la provenienza.
- Meccanocettori. Si attivano quando si sperimenta una compressione forte che provoca una lesione o una modificazione di un tessuto dell’organismo.
I nocicettori sono neuroni specializzati nel trasdurre un impulso che può essere dannoso e inviarlo al cervello. Questo processo è chiamato nocicezione, attivo anche quando non vi è un reale pericolo o lo ritarda; ciò favorisce il cervello a capire il contesto in cui si verifica la nocicezione mentre la interpreta.
Ad esempio, se attraversando una strada ti slogassi una caviglia subito sentiresti dolore, ma se in quel frangente un camion ti sta venendo addosso, è probabile che percepirai il dolore solo dopo che ti sei messo in sicurezza giacché per il tuo cervello era la principale urgenza in quel momento.
Sono molteplici gli impulsi che vengono inviati al talamo che si collega a varie parti del cervello per l’elaborazione e l’interpretazione del dolore, ma non esiste un “centro del dolore”.
3) Il dolore è anche una risposta protettiva al pericolo percepito
Il cervello interpreta l’input del dolore tra:
- Esperienze precedenti simili.
- Stati emotivi.
- Bagaglio culturale.
- Informazioni inerenti al contesto.
Il cervello può percepire e provare fisicamente dolore anche quando non vi è una causa che realmente lo provochi.
4) Quando il sistema nervoso si sente al sicuro, il dolore diminuisce
Aumentando la percezione di sicurezza del cervello il dolore può diminuire. Noi massaggiatori possiamo adottare diversi rimedi affinché il sistema nervoso del cliente si senta al sicuro:
- Attuare un contatto basato sull’ascolto e l’adattamento allo stile di comunicazione del cliente.
- Avere riguardo di priorità, apprensioni e confini del cliente.
- Non comportarsi da psicoterapeuta.
- Presentare un ambiente confortevole, climatizzato, gradevole e pulito.
- Fare attenzione alla pressione che si attua durante il massaggio.
- Durante o dopo il massaggio, comunicare con il cliente utilizzando frasi positive. Esempio: “Come sente questa zona ora? Piuttosto che “Qui era o è molto contratto”.
Massaggio e dolore: tenersi al corrente . . .
Informarsi sulla scienza del dolore e la sua evoluzione è importante tanto quanto l’anatomia, la fisiologia e i continui aggiornamenti; ciò ci consente di capire come adattarci al dolore, provato dal cliente, per essere più efficienti.
In realtà, avvicinandoci al binomio massaggio e dolore non dobbiamo modificare la nostra tecnica o pratica, ma il pensiero che si ha sul dolore.
Ad esempio, la scienza del dolore ha riscontrato che se una persona ha un determinato dolore ed ad esso si aggiunge uno stress come la perdita di un animale domestico, il suo dolore peggiora. Pertanto, lo stress può aumentare la percezione del dolore da parte del cervello. Il massaggio riduce lo stress aiutando il cliente a sentire meno dolore e, probabilmente, motivandolo ad un programma di esercizi, in quanto il movimento aiuta a ridurre il dolore.
Un’ulteriore scoperta fatta dalla scienza del dolore e che investe noi massaggiatori in primo piano e che le sensazioni piacevoli che derivano dal massaggio, spingono il cervello ad inviare segnali che limitano gli impulsi della nocicezione diminuendo le sensazioni di dolore della persona. Questo processo è chiamato inibizione decrescente (o modulazione discendente).
Sicuramente vi è ancora molto da scoprire sul dolore, ma se restiamo informati su ulteriori ricerche possiamo avere risultati migliori sui nostri clienti.