Individuare i sintomi di uno stress post traumatico nei clienti e l’agire dell’operatore in cabina, farà la differenza nell’efficacia della seduta.
Come massaggiatori potremmo non capire che il cliente sta vivendo un malessere fino a quando non ha una crisi emotiva sul lettino.
Quando pensiamo ad una persona depressa perché ha subito un trauma, potremmo pensare ai sopravvissuti di guerra, ad un incidente grave o comunque un avvenimento devastante.
In realtà un evento di mediocre entità per qualcuno, potrebbe creare un impatto duraturo sulla stabilità emotiva e mentale di un altro.
Un’esperienza traumatica, singola o collettiva, lascia tracce:
- Nella storia.
- Nella mente.
- Nelle emozioni.
- Nella biologia.
- Nel sistema immunitario
Di certo restare nel traffico 3 ore per andare al mare non è un trauma, ma uno stress. Effettuare un trasloco non è un trauma, ma uno stress.
Cosa diversa è lo stress post traumatico (come leggerai successivamente).
L’operatore del benessere deve compiere un’onesta e profonda introspezione sul suo livello di formazione e comprensione del trauma.
Comprendere come un trauma si elabora nella mente e si esprime attraverso il corpo, renderà il massaggiatore più consapevole e sensibile.
Massaggio e trauma: come si manifesta il trauma.
Dopo qualsiasi tipo di trauma il cervello e il corpo cambiano. Ogni cellula registra i ricordi e ogni neural pathway (percorso neurale) correlato al trauma, ha l’opportunità di riattivarsi ripetutamente nel tempo.
Le alterazioni create dal trauma possono essere transitorie o addirittura permanenti, interferendo con il lavoro, le amicizie e le relazioni.
L’aspetto più difficile per chi ha vissuto un trauma è:
- Capire i cambiamenti che si verificano.
- Qual è il loro significato.
- Come influenzano la loro vita.
- Cosa fare per migliorare.
Il modello Triune Brain (cervello trino), introdotto dal medico e neuroscienziato Paul D. MacLean, spiega il cervello in tre parti:
- Rettiliano (tronco encefalico): è la parte più interna del cervello ed è responsabile degli istinti di sopravvivenza e dei processi del corpo autonomo.
- Mammifero (limbico, mesencefalo): è il livello medio del cervello. Elabora le emozioni trasmettendole alle stazioni successive.
- Neomamma-liano (corteccia, proencefalo): è la parte più evoluta ed esterna del cervello. Quest’area controlla l’elaborazione cognitiva, il processo decisionale, l’apprendimento, la memoria e le funzioni inibitorie.
Durante un’esperienza traumatica, il cervello rettiliano prende il controllo, programmando il corpo in modalità reattiva (meccanismo di difesa).
Tutti i processi non essenziali del corpo e della mente vengono interrotti per attivare lo schema di sopravvivenza.
In questa fase il sistema nervoso simpatico (deputata all’
Inoltre può inibire fisiologicamente le funzioni mentali superiori, determinando amnesia e alessitimia (incapacità di riconoscere e nominare le emozioni dovuto al fatto che l’area di Broca, responsabile della produzione di parole, smette di produrre glucosio).
Ciò spiega perché la vittima di uno stupro o di una rapina potrebbe non urlare per chiedere aiuto.
In una situazione normale, quando cessa la minaccia immediata, il sistema nervoso parasimpatico (parte del sistema nervoso autonomo) sposta il corpo in modalità riparatrice. Questo processo riduce gli ormoni dello stress e consente al cervello di tornare alla normale struttura di controllo dall’alto verso il basso.
Tuttavia, per numerose persone che hanno vissuto un trauma, il sistema di difesa non si disattiva e comincia il DPTS (Disturbo da Stress Post Traumatico).
I sintomi da DPTS si suddividono in 4 categorie:
- Pensieri intrusivi (ricordi indesiderati).
- Alterazioni dell’umore (vergogna, colpa, negatività persistente).
- Ipervigilanza (esagerata risposta allarmante).
- Evitamento (di tutto il materiale sensoriale ed emotivo relativo al trauma).
La ricerca ha scoperto che dopo un trauma, il cervello subisce cambiamenti biologici che non avrebbe subito se non ci fosse stato.
L’effetto di questi cambiamenti è particolarmente esacerbato da tre importanti disregolazioni della funzione cerebrale:
- Amigdala sovra stimolata: l’amigdala (piccola struttura situata nel centro del cervello) è responsabile dell’identificazione delle minacce legate alla sopravvivenza, oltre a contrassegnare i ricordi con le emozioni. Dopo un trauma l’amigdala può rimanere intrappolata in un ciclo estremamente vigile e attivato durante il quale cerca e percepisce la minaccia ovunque.
- Ippocampo non attivo: un aumento di glucocorticoide (ormone dello stress) uccide le cellule dell’ippocampo rendendolo meno efficace nel rendere le connessioni sinaptiche necessarie per il consolidamento della memoria. Questa interruzione mantiene sia il corpo che la mente stimolati in modalità reattiva poiché nessuno dei due elementi riceve il messaggio che la minaccia si è trasformata nel passato. L’ippocampo è una preziosa struttura cerebrale, che contribuisce alla memoria a breve e a lungo termine, alla memoria spaziale e all’orientamento.
- Variabilità inefficace: il costante aumento degli ormoni dello stress interferisce con la capacità del corpo di autoregolarsi. Il sistema nervoso simpatico rimane altamente attivato, causando affaticamento del corpo e di molti dei suoi sistemi, in particolare il surrene.
Massaggio e trauma: come avviene la guarigione?
Mentre i cambiamenti al cervello, dice la scienza, possono sembrare in superficie disastrosi e rappresentativi di danni permanenti, la verità è che tutte queste alterazioni possono essere invertite:
- L’amigdala può apprendere il rilassamento.
- L’ippocampo può riprendere il corretto consolidamento della memoria.
- Il sistema nervoso può riprendere il suo facile fluire tra le modalità reattiva e riparativa.
La chiave per raggiungere uno stato di neutralità e quindi di guarigione, sta nell’aiutare a riprogrammare il corpo e la mente.
L’ipnosi, la programmazione neuro-linguistica e altre modalità legate al cervello, possono insegnare alla mente a riformulare e rilasciare la morsa del trauma.
Contemporaneamente, approcci che includono l’esperienza somatica possono aiutare il corpo a ricalibrarsi alla normalità:
- Esercizi di rilascio della tensione e del trauma.
- Massaggi.
- Altre tecniche centrate sul corpo.
La maggior parte di prove e ricerche dimostrano che l’impegno di chi ha subito un trauma ad esplorare le diverse opzioni di trattamento, riduce gli effetti del trauma e persino elimina i sintomi del disturbo da stress post-traumatico.
Massaggio e trauma: ma come capire se il nostro cliente è stressato?
Molti clienti non diranno di soffrire di depressione, alcuni forse non ne sono neanche consapevoli. Qualcun altro condividerà l’informazione con te.
Ma se non c’è questa consapevolezza o non riferiscono della propria depressione, come facciamo a saperlo?
Di seguito alcuni suggerimenti che potrebbero aiutare:
- Moduli di assunzione al massaggio. Sarebbe opportuno aggiungere una casella Depressione e/o Stress all’elenco delle condizioni del cliente, sui nostri moduli di assunzione al massaggio. Ciò potrebbe indurre i clienti ad informarci del problema. Spesso, avere una condizione elencata consente ai clienti di condividere informazioni che non fornirebbero volontariamente se dovessero riempire gli spazi vuoti.
- Nota i farmaci che i clienti possono elencare sul modulo di assunzione al massaggio. Se i farmaci sono psicotropi (agiscono sulle funzioni psichiche), molto probabilmente hanno a che fare con la depressione.
- Massaggio rilassante. La richiesta di un massaggio rilassante potrebbe scaturire da una situazione di stress.
- Eventi. Se un cliente ci parla di un evento importante della vita: un divorzio, un decesso o altro, è saggio presupporre che non sta passando un periodo facile.
- Sintomi di depressione. Tali sintomi variano ampiamente da persona a persona. Alcuni di questi, che il cliente potrebbe vivere sul lettino sono:
– Eccessiva sudorazione.
– Mancanza di respiro o respiro affannato.
– Spasmi muscolari.
– Irrigidimento muscolare.
– Pianto improvviso.
– Irrequietezza.
– Disordine (lo slip buttato da una parte, la maglia da un’altra e così via). - Ricordi verbali. Il cliente potrebbe confidare informazioni profondamente personali e intime. La capacità di ascoltare senza offrire consulenza è fondamentale.
Obesità, malattie cardiache, fibromialgia, dolore cronico e altre patologie potrebbero essere sinonimo di stress e/o depressione.
Massaggio e trauma: percepisci ciò che avviene
E’ abbastanza probabile che un cliente avente alle spalle un trauma, possa avere un rilascio somato-emotivo durante il massaggio.
Il seguente approccio a 3 fasi potrebbe essere utile:
- Comprendere il cambiamento energetico del cliente. Una risposta somato-emotiva crea un variazione energetica del cliente quasi palpabile. Se si verifica, vi potrebbe essere l’esigenza di interrompere il massaggio per chiedere al cliente se è tutto ok. La sua risposta ti istruirà su come procedere successivamente.
- Rafforza i sentimenti del cliente. Un cliente potrebbe sentirsi inadeguato nell’esternare i propri disagi.
Frasi del tipo:
– “Questa liberazione ti aiuterà a stare meglio” .
– “Questo è il posto e il momento giusto per liberare ciò che senti”.
Aiuteranno il cliente a sentirsi in modo appropriato. - Proseguire come richiesto dal cliente. Alcuni clienti potrebbero avere il bisogno di stringerti la mano. Altri potrebbero chiederti di lasciarli per 10 minuti o di terminare il massaggio. Rispetta semplicemente il loro volere.
Se intuisci che il cliente ha comportamenti autodistruttivi o addirittura accenna al suicidio sarebbe apprezzabile affrontare il problema. Conversa con il cliente e invitalo a chiedere aiuto.
Massaggio e trauma: trattare un cliente da stress post traumatico non è facile
In passato avevo una cliente fortemente depressa, spesso veniva anche ricoverata. La maggioranza delle sessioni erano tranquille, ma altre volte piangeva, o fumava ogni 10 minuti, mi chiedeva di lasciarla sola in più momenti, si muoveva in continuazione, tremava e per un massaggio di 50 minuti, una volta passarono addirittura 2 h 30 minuti.
Il primo segnale del suo malessere, come hai letto sopra fra i sintomi, era per me il disordine che vedevo entrando in cabina: una maglia a terra, il pantalone alla maniglia della finestra, una scarpa all’entrata e l’altra nel bagno e così via.
Purtroppo, dopo poco che non la sentivo, ho saputo che è morta gettandosi dalla rampa di scale del suo palazzo.
Questo per dire che lavorare con un cliente che vive stati di forte depressione può non essere facile da gestire, sia a livello personale che gestionale.
Il massaggiatore deve chiedersi se è in grado di mantenere la propria stabilità durante una situazione del genere. Per stabilità si intende la capacità di mantenere con grazia la concentrazione e l’equilibrio di una situazione che diventa scomoda.
Così come un cliente ha il diritto di terminare una sessione di massaggio, anche il massaggiatore può decidere di terminarla se la situazione è per lui ingestibile.
Un massaggiatore deve indirizzare il cliente ad un altro professionista se non riesce a mantenere tale stabilità.
Massaggio e trauma: che tipo di massaggio effettuare?
Il Fascial Research Congress ha confermato in numerosi studi che il sistema miofasciale (guaina che ricopre i muscoli) possiede il tessuto nervoso della materia grigia (cervello) e per tanto immagazzina memorie e dati.
Ciò spiega perché molti clienti sperimentano il ricordo quando vengono toccati in una determinata regione.
Si presume, in caso di forte depressione, che il massaggio miofasciale sia particolarmente indicato per le tensioni che il corpo trattiene da un trauma.
Le modalità per favorire l’ammorbidimento di queste restrizioni includono, oltre il massaggio miofasciale:
- Cranio sacrale.
- Riflessologia.
- Stretching facilitato.
Anche un massaggio rilassante, ma sentito produce i suoi innumerevoli benefici.
L’energia e l’equilibrio mentale del massaggiatore che lavora con questa tipologia di cliente, possono essere messi a dura prova.
Prendersi cura di se stessi dopo aver visto i clienti traumatizzati, aiuterà a evitare il burnout (stress provato a lavoro che determina un logorio psicofisico ed emotivo) dell’operatore.