Massaggio ed effetto placebo

Tempo di lettura: 7 minuti

L’associazione “massaggio ed effetto placebo” fa sbigottire alcuni massaggiatori, altri si incuriosiscono ed altri ancora lo accettano mettendolo in pratica per aumentare i benefici dei propri massaggi. Leggi il post per farti la tua idea . . .

 

Al di là degli impulsi che nascono dal pensiero che l’effetto placebo può influire positivamente o negativamente sui risultati di un massaggio, negare che esso esista nelle nostre sessioni non è utile ne per noi ne per i clienti.

Il placebo è noto nell’ambito delle scienze naturali fin dal Settecento e numerosissime ricerche hanno constatato che l’effetto placebo esiste  praticamente in ogni rapporto tra medico e paziente.

Nel 2011, il Journal of Manual and Manipulative Therapy ha pubblicato un articolo dal titolo “Risposta del placebo alla terapia manuale: qualcosa dal nulla?”

In esso, gli autori esaminano 94 diversi documenti evidenziando una forte componente tra effetto placebo e terapia manuale.

Gli autori affermano quanto segue: “Suggeriamo che i terapisti manuali concettualizzino il placebo non solo come un intervento comparativo, ma anche come un potenziale meccanismo attivo per spiegare parzialmente gli effetti del trattamento associati alla terapia manuale. Non stiamo suggerendo ai terapisti manuali di includere finte note o interventi inefficaci nella loro pratica clinica, ma di adottare misure per massimizzare le risposte al placebo per ridurre il dolore“.

Massaggio ed effetto placebo: ma cos’è l’effetto placebo o nocebo?

L’effetto placebo, in medicina, è quando un paziente assume una pillola o gli viene iniettato un liquido che non contengono nessun principio attivo, ma si ottengono comunque dei miglioramenti sia da un punto di vista organico che psicologico.

Ad esempio, una pillola di zucchero può essere, per il 57% delle persone, un placebo che migliorerà il mal di testa solo se la persona che prende la pillola si aspetta che fornisca benefici.

Ma se la persona non si aspetta benefici, non è più un placebo e non vi è alcun effetto così come se, successivamente, viene a sapere che era una pillola di zucchero, il mal di testa ritorna.

L’effetto placebo è il processo fisiologico mediante il quale le aspettative su un trattamento provocano cambiamenti nel cervello che avviano un miglioramento dei sintomi. Questi cambiamenti sono reali, non immaginati.

L’effetto placebo crea cambiamenti fisiologici oggettivi e misurabili. Infatti innesca nell’organismo il rilascio di sostanze “terapeutiche”, come le endorfine e l’adenosina (antidolorifiche) o l’adrenalina (che permette di gestire meglio gli stress).

A parità di trattamenti placebo si ottengono migliori risultati terapeutici quando il medico mostra atteggiamenti empatici e confortevoli nei confronti del paziente. Questo atteggiamento positivo consente a chi riceve la cura, di sentirsi più riconosciuto e più ascoltato. Per questo, implementa la fiducia e le aspettative positive rispetto ai benefici del trattamento stesso.

Un elevato effetto “placebo” (e quindi terapeutico) è dato anche da carezze, musica, voce e relazioni umane positive.

L’effetto nocebo, all’opposto del placebo, produce effetti negativi. Ciò può essere provocato dalle aspettative negative del paziente stesso e/o da suggerimenti negativi (involontari) dati. Anche l’effetto nocebo crea cambiamenti fisiologici oggettivi e misurabili.

La ricerca dimostra che l’effetto placebo/nocebo e i farmaci condividono percorsi biochimici comuni e attivano gli stessi percorsi recettoriali.

L’azione dell’effetto placebo/nocebo non può essere predetta. Ci sono persone più sensibili ad essi e persone meno sensibili. La sua azione inoltre varia a seconda dello stato d’animo del paziente in quel determinato momento.

Massaggio ed effetto placebo: la storia del sig. Wright

La storia è piena di effetti placebo e nocebo collegati ai finti farmaci, ma il caso più eclatante è quello del signor Wright.

La relazione è stata accuratamente descritta e documentata dallo psicologo Bruno Klopfer.

Nel 1957 ad un paziente di Long Beach, in California, che soffriva di tumori multipli delle dimensioni di un’arancia, furono concessi solo pochi giorni di vita. Moribondo in ospedale sentì che gli scienziati avevano scoperto un siero di cavallo, il Krebiozen, che sembrava essere molto efficace contro il cancro. Implorò affinché fosse usato su di lui.

Il suo medico, il dottor Philip West, alla fine acconsentì e un venerdì pomeriggio fece una finta iniezione al signor Wright. Il lunedì successivo, il medico attonito trovò il suo paziente completamente guarito. I tumori, scrisse in seguito il medico, “si erano sciolti come palle di neve su una stufa calda”.

Due mesi dopo, il signor Wright lesse rapporti medici secondo cui il siero di cavallo era un rimedio ciarlatano e subì una ricaduta immediata riportando anche una serie di metastasi.

“Non credere a quello che leggi sui giornali”, gli disse il dottor West al signor Wright e gli iniettò quella che doveva essere “una nuova versione super raffinata a doppia forza” del farmaco. In realtà, era acqua, ma ancora una volta il tumore e anche le metastasi sparirono.

Il signor Wright fu “il ritratto della salute” per altri due mesi, finché non lesse un rapporto definitivo in cui si affermava che Krebiozen era inutile. Morì due giorni dopo. ”

Massaggio ed effetto placebo: ma come funziona l’effetto placebo nella riduzione del dolore?

massaggio ed effetto placebo

Il dolore viene elaborato dal cervello per proteggerci da un eventuale minaccia per il corpo. L’effetto placebo altera la percezione di questa minaccia e quindi del dolore.

In pratica, il cervello analizza inconsapevolmente le minacce al corpo scandagliando numerosi elementi:

  • Dati sensoriali dal corpo.
  • Dati visivi.
  • Ricordi.
  • Opinioni.
  • Informazioni (soprattutto) fornite dalle autorità mediche o di chi agisce sul nostro corpo per migliorarne la salute. Quindi anche di noi massaggiatori.

La ricerca ha accertato tre diversi modelli di processi mentali che creano l’effetto placebo:

1. Aspettativa di ricompensa.

L’effetto placebo attiva il sistema di ricompensa del cervello che rilascia dopamina.

La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dal cervello e in minima parte dalle ghiandole surrenali ed è legata alla sfera del piacere (sesso, cibo, musica, ecc.) e al meccanismo della ricompensa. Inoltre interviene nella regolazione di importantissime funzioni dell’organismo:

  • Movimento.
  • Memoria.
  • Comportamento e cognizione.
  • Attenzione.
  • Inibizione di produzione della prolactina.
  • Sonno.
  • Umore.
  • Apprendimento.

La dopamina svolge un ruolo anche nella percezione del dolore. Bassi livelli sono associati con i sintomi dolorosi che si presentano frequentemente nella Malattia del Parkinson. Sarebbe responsabile delle sensazioni dolorose che caratterizzano alcuni stati morbosi poco definiti come:

  • Fibromialgia.
  • Sindrome delle gambe senza riposo.
  • Sindrome della bocca urente.

2. Riduzione dell’ansia.

L’effetto placebo innesca la produzione di oppioidi endogeni che alleviano dolore e ansia.

I Nocebo fanno il contrario: aumentano l’ansia e il dolore. Ad esempio, in uno studio i ricercatori hanno detto ai volontari che uno stimolo elettrico a intensità molto bassa sarebbe stato doloroso. E così è stato, anche se non avrebbe dovuto far molto male.

3. Imparare attraverso l’associazione.

Se provi costantemente sollievo dal dolore subito dopo un certo stimolo, imparerai ad associare lo stimolo a una riduzione del dolore.

Ad esempio, se prendi regolarmente l’aspirina per alleviare il mal di testa, inizierai ad associare l’aspetto della pillola (tonda e bianca) al sentirti meglio. Se qualcuno ti dà un’aspirina che non contiene nessun principio attivo, ma assomiglia a quella vera (tonda e bianca), potresti ottenere lo stesso benefico dato dalla vera aspirina.

Se ti fai male al ginocchio e ogni volta che lo pieghi senti dolore,  potresti associare il dolore al piegamento anche quando il ginocchio è guarito.

Fortunatamente le dissociazioni possono essere disimparate. Ad esempio, se prima di dare il cibo al cane fai suonare un campanello, il cane comincerà a sbavare quando sentirà il campanello, ma se continui a suonare il campanello e non gli dai il cibo, il cane ad un certo punto lo capirà e smetterà di sbavare.

Massaggio ed effetto placebo: l’aspetto etico del placebo

L’utilizzo del placebo, sia nelle terapie che nelle ricerche condotte al fine di raccogliere dati sull’efficacia e la sicurezza di nuovi farmaci, implicano complicazioni di natura etica giacché vi è un deliberato inganno del paziente.

L’atteggiamento bonario e benefico di una bugia compromette il diritto del paziente a gestire personalmente la sua salute o la sua malattia ed è anche un reato di frode.

Inoltre, l’effetto placebo può essere così reale da creare anche gli effetti collaterali che un vero farmaco produrrebbe.

Sussistono 2 filoni di pensiero al riguardo:

  1. E’ importante il risultato al di là delle falsità.
  2. Il risultato non può essere indotto con la falsità.

Da un punto di vista etico e scientifico, è fondamentale porre attenzione sulla qualità dell’informazioni che vengono divulgate al paziente in merito al placebo.

Massaggio ed effetto placebo: introdurre il placebo nel nostro lavoro

 

massaggio ed effetto placebo

Come massaggiatori produciamo benefici scientificamente misurabili, come:

  • Stimolazione della circolazione sanguigna.
  • Stimolazione della circolazione linfatica.
  • Allentamento tensioni muscolari.
  • Riduzione edema.
  • Produzione di sostanze chimiche nel corpo.
  • Ecc., ecc.

Ma oltre i benefici sopra elencati, ve ne sono altri che potrebbero scaturire da una sorta di effetto placebo che potremmo definire, evitando l’inganno, così: “L’impegno, da parte nostra nell’aiutare il cliente a costruire nuovi processi di guarigione”.

Esempio:

  • Incoraggiare e mostrare al cliente, attraverso movimenti passivi ed attivi, che è possibile piegare il ginocchio, anche in modi diversi, e non sentire dolore o comunque sentirne di meno. L’aspettativa del beneficio, come letto, rilascia dopamina e di conseguenza abbassa i livelli di dolore.
  • Fornire informazioni (anche sintetiche) sul massaggio, aumenta i benefici dello stesso, poiché aumentano le aspettative positive del cliente.
  • Avere un atteggiamento empatico e premuroso riduce l’ansia del cliente.
  • Modificare manovre e intensità di pressione possono produrre risultati migliori.
  • Anche sperimentare alternative diverse possono produrre risultati migliori (coppettazione, digitopressione, stretching passivo, ecc.).

Altri elementi che agiscono positivamente sul cliente sono:

  • Offrire sempre speranza.
  • Motivare.
  • Entusiasmo.
  • Positività.
  • Incoraggiare un dialogo interiore positivo.
  • Ridurre al minimo il linguaggio noceboico.
  • Stabilire risultati realistici.
  • Ascoltare e porre domande per assicurarsi di aver compreso.
  • Avere reali sentimenti di cura e preoccupazione.
  • Aspetto curato e attitudine professionale.
  • Puntualità.
  • Musica rilassante o comunque piacevole.
  • Pulizia.
  • Livello di luce appropriato.

Come si evince dall’articolo, gli effetti placebo e nocebo possono essere innescati da ciò che diciamo, ciò che facciamo, dalle idee del cliente e altro.

Attuare atteggiamenti che aiutino il cliente ad innescare in lui cambiamenti positivi, ci permetterà di ottenere risultati migliori.

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